Maxi attacco russo, Kiev usa i Mirage

Senza l'accesso ai satelliti americani, gli ucraini si difendono coi caccia francesi

Maxi attacco russo, Kiev usa i Mirage
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Senza il sostegno Usa, e con la società americana Maxar Technologies che ha interrotto l'accesso dell'Ucraina alle sue immagini satellitari, Kiev è corsa ai ripari schierando per la prima volta i Mirage francesi nel tentativo di limitare i danni contro uno dei più poderosi attacchi russi degli ultimi mesi. L'esercito di Mosca la scorsa notte ha lanciato almeno 58 missili e 200 droni nel corso di un raid contro le strutture energetiche. Quasi la metà di ciò che volava nei cieli è stata neutralizzata dai Dassault Mirage 2000 transalpini, ma alcuni target purtroppo sono stati raggiunti e l'Ucraina si è trovata ancora una volta senza gas e corrente elettrica.

Per la compagnia energetica Naftogaz si tratta del 17° assalto dei missili di Mosca dall'inizio dell'Operazione Speciale. Il Cremlino, che nega che l'attacco sia stato la risposta alla proposta di cessate il fuoco avanzata da Macron, risponde di aver effettuato attacchi con armi di precisione a lungo raggio, aeree, marittime e terrestri, contro quelle che ha definito infrastrutture per il gas e l'energia che sostengono il complesso militare-industriale dell'Ucraina. Nel corso del blitz, che ha preso di mira soprattutto le località di Kharkiv, Ternopil e Odessa, sono rimasti feriti 24 civili, 5 di loro sono bambini. Per Zelensky la comunità internazionale deve chiedere a Putin «di fermare gli attacchi contro la vita. È necessario partire dallo stop ai bombardamenti contro strutture energetiche e civili. Noi faremo la nostra parte».

L'Ucraina inizia ad avere segni di cedimento anche nel Kursk occupato. La situazione è peggiorata bruscamente negli ultimi tre giorni, come si può verificare dalla mappatura open source di Deep State. Tre quarti delle forze di Kiev all'interno della Russia sono state quasi completamente accerchiate, messe in ginocchio dalla forza di fuoco prodotta dai micidiali elicotteri Mi-35M. La cartografia mostra come i soldati del colonnello Roman Kostenko stiano arretrando verso la linea del confine, perdendo il controllo di località come Kuryilovka e Sudzha e rischiando un'aggressione alle spalle nel Sumy. Solo ieri sarebbero morti 170 combattenti. Gli scenari sollevano la possibilità che le truppe di Kiev siano costrette a una ritirata politicamente imbarazzante e psicologicamente difficile, in un momento in cui Kiev è sottoposta a crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti per concordare un cessate il fuoco con Mosca.

Nel 1107esimo giorno di scontri le forze armate russe hanno attaccato l'aeroporto di Ivano-Frankivsk, dove si trovano i caccia F-16, conquistato altri quattro insediamenti nel Donetsk, aperto un varco a Chasiv Jar e bombardato 20 volte il distretto di Nikopol.

Ci sono volute tre settimane per domare le fiamme alla centrale di Chernobyl. Il 14 febbraio un drone russo con una testata ad alto esplosivo si era schiantato contro il sarcofago del tristemente famoso polo nucleare. Le radiazioni sarebbero ora sotto controllo.

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