Maxi hub, aziende e unità "mobili": il record dell'Italia con 604mila dosi

La campagna accelera: prima iniezione al 40% della popolazione, richiamo al 20%. Figliuolo: "Secondi in Ue per somministrazioni". Locatelli: "Svolta, prossimo autunno non come lo scorso"

Maxi hub, aziende e unità "mobili": il record dell'Italia con 604mila dosi

L'Italia è seconda in Europa, dietro solo la Germania. Più di un quarto degli italiani, infatti, è già interamente vaccinato e oltre la metà ha almeno ricevuto la prima dose. E ora, per usare l'efficace immagine del generale Figliuolo, serve l'ultima «spallata» per abbattere il Covid nel nostro Paese. Ma ormai è questione di settimane visto che non ci sarà più penuria di alcun tipo di vaccino. E pure il cauto coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, sostiene che «ormai siamo alla svolta e il prossimo autunno non sarà come quello dell'anno scorso». Anche perché, la vaccinazione di massa ha favorito, dice Locatelli, «una marcatissima riduzione di nuovi casi e di forme gravi o fatali di Covid». E neppure le varianti possono minare i risultati raggiunti. «Le evidenze - sottolinea l'esperto - dicono che i vaccini a disposizione prevengono da formi gravi di malattia, qualunque sia la variante».

Il nostro Paese può davvero ricominciare a sorridere. Grazie ai tangibili effetti di una campagna vaccinale che ha ingranato la quarta e si è diramata in modo capillare in tutto il territorio nazionale. Accanto all'intesa attività di somministrazione nei 2.666 punti vaccinali predisposi in tutta la penisola, ora si apriranno gradualmente ben 800 aree nelle aziende, nella grande distribuzione, negli enti pubblici. Ma non solo. Per raccogliere adesioni anche tra indecisi o anziani che non si sono mai iscritti nei portali, ogni regione sta studiano forme di avvicinamento persuasivo attraverso medici di base, farmacisti ma anche organizzando centri di somministrazione nei piccoli comuni o utilizzando camper attrezzati per raggiungere i borghi più isolati. Si sta assistendo ad una partecipazione corale, rinforzata anche dalla grande partecipazione delle fasce più giovani ( gli ex untori) che hanno fatto lievitare le iscrizioni dei portali regionali. E i numeri lo confermano. Ieri, per esempio, è stata raggiunta quota record di 600 mila somministrazioni. Per l'esattezza si parla di 604.689 iniezioni, di cui 444.639 prime dosi. E ormai ben 24.331.702 persone si sono vaccinate la prima volta mentre 12.737.533 italiani hanno completato il ciclo vaccinale. Così, il totale complessivo delle dosi somministrate raggiunge quota 37.069.235 per una percentuale dell'88,3 su 42 milioni di dosi arrivate nel nostro paese fino ad ora. Un traguardo di tutto rispetto che paga il grande impegno delle regioni coordinate dal commissario straordinario Francesco Figliuolo. Che ieri ha ringraziato gli staff, medici, infermieri, associazioni, Croce rossa. «I risultati raggiunti riflettono uno sforzo collettivo», scrive Figliuolo. E si riferisce, a regioni, ministero, struttura commissariale e protezione civile, ma anche ai privati: «La sinergia virtuosa tra pubblico e privato dimostra che quando l'Italia fa squadra vince». Ma non sempre le iniziative virtuose fanno centro. Pensiamo a quella coordinata dall'Anci, l'associazione dei comuni italiani in Lombardia, dedicata alla popolazione degli over 60 che vivono nei piccoli comuni con meno di 3.000 abitanti. In queste realtà, dove la terza età è più refrattaria alle vaccinazioni, è stata offerta data la possibilità di presentarsi negli hub più vicini senza alcuna prenotazione nell'intero week end. I risultati, parziali, del varesotto, non fanno ben sperare. Ieri si aspettavano un migliaio di over 60, ne sono arrivati solo 50.

Un mezzo flop. Si spera che l'iniziativa possa rimontare oggi, domenica, con la gente meno impegnata. Ma va tenuto in conto che ci sono anche motivi di disaffezione: diffidenza, mancata informazione, scetticismo verso i vaccini.

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