Mazzette per autorizzazioni facili: stop al « giro» di giostre pericolose

Sette attesti e 36 indagati. Oltre mille sequestri in tutta Italia

Nazareno Dalle

Vercelli Più di mille giostre sequestrate in tutta Italia a 700 tra società e proprietari in 88 province. Secondo la Procura di Vercelli potrebbero non essere sicure e, oltre alle 1095 attrazioni messe sotto sequestrato, ce ne potrebbero essere altre in giro.

All'alba di ieri è scattata un'operazione dell'Arma con 29 decreti di perquisizione nelle provincie di Vercelli, Roma, Latina, Pescara, Brescia, Varese, Modena, Potenza, Foggia, Lecce, Pavia, Torino, Milano, Rovigo, Ravenna e Novara. Tutto nato da un'indagine condotta dai carabinieri del comando provinciale di Vercelli che ha portato a 36 indagati di cui 7 sottoposti a misure cautelari. L'unico ad essere finito in carcere è Mauro Ferraris, a capo della polizia locale di Borgo d'Ale. Secondo l'impianto accusatorio da questo Comune della provincia vercellese tra il 2016 e il 2018 sono stati concessi oltre mille codici di identificazioni ed autorizzazione per giostre. Tutto pagando una tangente al capo della municipale, senza che fosse convocata l'apposita commissione di vigilanza e, soprattutto, senza che venissero effettuate le verifiche di funzionamento delle attrazioni che potevano poi essere montate in fiere e luna park. A Ferraris si rivolgevano dei professionisti, tra cui avvocati, tecnici ed architetti, che secondo la Procura vercellese facevano da intermediari curando in diversi casi la firma di atti e certificazioni, necessarie per produrre la documentazione prevista dalla legge. Un giro da centinaia di migliaia di euro a discapito dell'incolumità di chi saliva sulle giostre. Le accuse a vario titolo sono di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e peculato. Ma nel corso delle indagini sono emersi altri reati come traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, furto aggravato, utilizzo di banconote false.

L'indagine è solo all'inizio e per ora contesta i codici rilasciati tra il 2016 e il 2018: il sospetto della Procura è che fosse una prassi che andava avanti da anni. A portare alla luce tutto il meccanismo di concessione dei codici è stato un incidente avvenuto nel 2017 a Legnano, quando una ragazza cadde da un «calcinculo» procurandosi diverse fratture. Il codice della giostra era uno di quelli concessi a Borgo d'Ale e ne fu chiesto conto al sindaco Pier Mario Andorno che si rivolse ai carabinieri vercellesi facendo di fatto scattare l'indagine. Una volta compreso il meccanismo della corruzione gli investigatori hanno scandagliato conti e postepay a caccia delle tangenti. È saltato fuori un giro da centinaia di migliaia di euro ed una sorta di tariffario: per i dispositivi più piccoli, come i pungiball, si richiedevano 150 euro, per le giostre grandi si arrivava 250. Il sindaco di Borgo d'Ale ha anche emesso, in regime autotutela, diversi provvedimenti di annullamento delle concessioni rilasciate illecitamente nel tempo ricevendo in cambio diverse minacce.

Il meccanismo

non si è comunque fermato: gli intermediari hanno cercato di mettere su lo stesso sistema altrove. Altri codici sarebbero stati rilasciati nel torinese, dove è indagato il capo della municipale e a Montesilvano in Abruzzo.

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