Medici, la manovra può cambiare

Maxiemendamento del governo. Tutela per i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti

Medici, la manovra può cambiare
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Sale il pressing all'interno della maggioranza per risolvere il nodo sulle pensioni di medici e diverse categorie di dipendenti pubblici. Ieri, infatti, il vice premier Antonio Tajani a margine di un evento di Forza Italia ha confermato che il governo è al lavoro «perché possano esserci dei correttivi che vadano nella direzione di ridurre la pressione sulla casa, di permettere anche ad alcuni dipendenti pubblici, compresi i medici, di vedere risolto il loro problema pensionistico». Tajani ha aggiunto che il governo è ormai a «un passo dal risolvere il problema che riguarda la pensione dei medici» e lo si farà con un maxi emendamento alla manovra.

Tajani fa riferimento al testo della norma inserita in manovra che prevede per i dipendenti pubblici ex Inpdap - i medici, ma anche enti locali, insegnanti di asilo ed elementari, uffici giudiziari - un taglio ai coefficienti di rendimento in chiave meno favorevole per chi ha versato contributi nel regime retributivo prima del 1993 con la conseguenza di assegni più bassi per chi andrà in pensione. A queste categorie era riconosciuto un super rendimento rispetto a quanto previsto per altri comparti. Una discrepanza sulla quale il ministero dell'Economia ha ritenuto di intervenire. Anche perchè, secondo le simulazioni, da qui a vent'anni il ricalcolo garantirebbe risparmi cumulati per quasi 33 miliardi.

La cosa non è piaciuta in particolare ai medici, i cui sindacati hanno proclamato uno sciopero il 5 dicembre. I rischi sarebbero quelli di una potenziale fuga di 6mila camici (queste le stime dei sindacati) che hanno già maturato i requisiti per la pensione, ma che hanno deciso di continuare a lavorare. Lo stesso vale per altri dipendenti chiave della Pa. Questi, a fronte della tagliola, potrebbero andare in pensione in blocco e aggravare la carenza di personale. Il governo, quindi, sta pensando a una soluzione di compromesso. L'ipotesi che prende quota in queste ore è di salvaguardare quanto meno coloro - di tutte le categorie, non solo i medici - che hanno già maturato i requisiti per la pensione. Ma sul tavolo della regioneria, che deve trovare le coperture, ci sarebbe anche il possibile posticipo della norma e il taglio dei coefficienti di rendimento solo per chi va in pensione anticipata (fatta salva quindi quella di vecchiaia). Le coperture potrebbero arrivare da un'ulteriore stretta all'indicizzazione all'inflazione delle pensioni più ricche, ma su questo punto si registra la contrarietà di Forza Italia.

Ci sono anche altre questioni sul tavolo: sembra sbiadire la possibilità di un ritorno all'Iva al 5% su pannolini e assorbenti. Mentre potrebbero spuntare i finanziamenti per il bonus psicologo, ammesso ci siano le coperture.

Questa settimana la discussione della manovra entrerà nel vivo, domani è la scadenza per presentare emendamenti in Commissione bilancio.

Il governo potrebbe comprendere le ultime finiture in un maxi emendamento, con l'idea di portare la legge di bilancio a Palazzo Madama il 4 dicembre e a Montecitorio per l'ok defintivo il 15 dicembre. In arrivo in settimana anche il Dl Anticipi, che includerà le norme sugli affitti brevi che salvaguarderanno le prime case dagli aumenti alla cedolare secca, che passerà al 26% solo dalla seconda casa.

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