Il giorno dopo il Cdm di Cutro è ancora il tema «migranti» a dettare l'agenda politica. Abbiamo chiesto al capogruppo leghista a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo un giudizio sul decreto.
Senatore Romeo, è soddisfatto del decreto?
«La direzione è giusta. La soluzione si muove su due binari: da una parte cerca di favorire gli ingressi per i migranti che vengono a lavorare. E, come recita il Decreto Flussi, verranno favoriti i migranti di quei Paesi dove l'azione di contrasto all'immigrazione clandestina è più efficace. E il secondo binario è quello dei corridoi umanitari per chi viene da Paesi in guerra».
I giornali parlano del decreto come di una «vittoria di Salvini».
«Perché no? Questo decreto se da un lato favorisce l'immigrazione legale, dall'altro si pone come un argine forte a quella illegale e al traffico di essere umani. Attingendo ampiamente ai famosi Decreti sicurezza che, per farle un solo esempio, misero un limite alla cosiddetta protezione speciale che risultava essere una sorta di sanatoria per gli immigrati economici».
E con la Lamorgese quelle protezioni speciali sono tornate.
«E il risultato è sotto i nostri occhi. Basta andare a vedere in Stazione Centrale a Milano quanti migranti abbandonati a se stessi ne hanno usufruito».
Quindi è d'accordo con Salvini che dice che i suoi Decreti sono stati l'argine più efficace contro gli sbarchi?
«È un dato di fatto che sotto la sua gestione dell'Interno si sono verificate meno partenze e meno sbarchi e di conseguenza il minor numero di morti. Quelle norme funzionavano per disincentivare le partenze. Una stretta su quei permessi si è resa necessaria. Altro punto su cui la Lega aveva puntato era proprio un controllo più rigido sulle cooperative».
Berlusconi plaude al decreto ma dice che c'è spazio per miglioramenti. È d'accordo?
«Certo. In Parlamento si potranno perfezionare alcuni passaggi e stringere ancor di più le maglie».
Il decreto prevede anche una deroga agli appalti per la realizzazione dei centri per i rimpatri. Era proprio necessario?
«È una lotta contro il tempo. Più centri per i rimpatri efficaci e capienti ci sono, più è facile snellire le pratiche di espulsione per chi non ha diritto di restare in Italia».
C'è unità nel centrodestra sul tema?
«A dispetto delle cassandre del centrosinistra, direi proprio di sì. Ho fatto parte del gruppo che ha steso il programma elettorale. Le assicuro che su questi temi la visione è di massima armonia. Poi ovviamente non siamo un monolite e si fa sintesi delle differenti proposte».
Come nel caso dell'articolo 10 del Decreto (cassato) che attribuiva più poteri alla Difesa.
«Lo stesso Crosetto, mi pare, ha chiesto di ritirarlo. E comunque l'ultima volta che si accentrò tutto il potere sulla Difesa fu in occasione dell'operazione Mare Nostrum, non certo in linea con la politica di un governo di centrodestra».
Ora però gli sbarchi stanno aumentando.
«A causa dell'instabilità politica nell'area del Nord Africa. Soprattutto in Tunisia. Usata come corridoio dai trafficanti di esseri umani proprio per l'instabilità del Paese»
Il decreto funzionerà da argine?
«Il nostro lavoro l'abbiamo fatto. Ma funziona meglio se interviene anche l'Europa. Anche la Nato».
Addirittura la Nato?
«Per evitare che arrivi un'ondata migratoria senza precedenti, causata da instabilità geopolitica, serve un controllo del Mediterraneo allargato. Perché i rischi arrivano da lì. Se nel Nord Africa dovesse aggravarsi la crisi per noi saranno guai. Sa chi è stato il primo a mettere in relazione l'instabilità politica e l'immigrazione? Marco Minniti, ex ministro Pd dell'Interno. L'Europa non può stare a guardare. E anche la Nato, secondo noi, può fare molto.
Serve l'aiuto economico della Unione europea per i Paesi africani in crisi e il controllo della Nato affinché non ci siano potenze straniere che sfruttino l'instabilità di quell'area per indebolire i Paesi europei con un'immigrazione incontrollabile».
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