Meglio gli aiuti economici dell'edilizia (flop) di Stato

Che la scelta di costruire case pubbliche sia stata sbagliata è sotto gli occhi di tutti. I quartieri dell'edilizia popolare costano uno sproposito, offrono abitazioni di bassa qualità, creano "ghetti", diventano occasioni per occupazioni illegittime, hanno indici di morosità altissimi. Esiste un'alternativa? Sì. Ce lo spiega l'Istituto Bruno Leoni

Meglio gli aiuti economici dell'edilizia (flop) di Stato

Riesplode la questione delle case popolari e del fallimento dell'intervento pubblico in tema di «disagio abitativo». Ma esiste davvero qualcosa che si possa definire in tal modo? Probabilmente no, perché la difficoltà a trovare un'abitazione in affitto è riconducibile a un «disagio economico» che riguarda taluni settori della società. Bisognerebbe allora dare risposte di altro tipo.

Che la scelta di costruire case pubbliche sia stata sbagliata è sotto gli occhi di tutti. I quartieri dell'edilizia popolare costano uno sproposito alla collettività, offrono abitazioni di bassa qualità, creano autentici «ghetti», diventano occasioni per occupazioni illegittime, hanno indici di morosità altissimi. Ma esiste un'alternativa?

L'Istituto Bruno Leoni propone un disegno di riforma basato sulla dismissioni degli immobili pubblici, così da disporre di capitali in grado di generare risorse da destinare alle famiglie in difficoltà. Si tratterebbe di aiuti temporanei (per due anni, ad esempio), che permetterebbero ai beneficiari di scegliere l'abitazione sul mercato. Oggi capita che una famiglia riceva un appartamento a basso canone perché ha i requisiti, e poi resta lì anche quando altri avrebbero più diritto. Dando soldi invece che case, questi problemi verrebbero meno. In tal modo, ci si potrebbe anche liberare di carrozzoni come l'Aler. Succede infatti che una famiglia riceva un appartamento che rappresenta l'equivalente in termini monetari di 600 euro, ma se avesse avuto soldi avrebbe preferito destinare 400 euro alla casa e gli altri 200 per differenti esigenze. Per giunta, con i soldi la famiglia aiutata cercherebbe casa nel quartiere in cui ha affetti e lavoro, e non dovrebbe trasferirsi dove si è liberato un appartamento. Certo anche nell'erogazione di aiuti finanziari ci possono essere abusi, ma è molto più facile smettere di versare un bonifico a chi ha fatto il furbo

Un dato è chiaro: la realtà attuale è uno sfacelo. Sono migliaia gli appartamenti vuoti a causa della cattiva gestione degli enti pubblici. Lo Stato non sa produrre panettoni, non sa far viaggiare i treni e nemmeno è in grado di amministrare le case.

Se vuole mantenere un proprio ruolo in questo ambito si semplifichi il lavoro: venda tutto e crei fondazioni locali che erogano aiuti monetari. Le case di Stato sono una delle molte follie del secolo scorso. Giriamo pagina.

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