Meloni balla sul Danubio: "L'Italia guardi a Orban"

La leader di Fdi dal premier ungherese di ultra destra: "Tra patrioti ci si intende alla grande"

Meloni balla sul Danubio: "L'Italia guardi a Orban"

La questione immigrati è al centro della campagna elettorale di Fratelli d'Italia. Tanto nevralgica che la Meloni, a quattro giorni dal voto, vola a Budapest per incontrare il premier ungherese Viktor Orban. Tra i due ci sono molte affinità e i rispettivi movimenti politici condividono molte posizioni. Innanzitutto quella di insofferenza nei confronti di una Europa troppo poco empatica. La visita serve per confrontarsi sul tema del controllo delle frontiere contro l'immigrazione clandestina, sulla necessità di salvaguardare le radici cristiane dell'Europa (principio già presente nella costituzione magiara), e di affrontare con responsabilità il declino demografico e il rischio islamizzazione dell'intero continente. Insomma, mentre a Bruxelles si discute soprattutto di vincolo di bilancio, Orban cerca di imporre all'attenzione delle nazioni federate il tema dell'identità. Sia Orban che la Meloni da tempo lamentano che la Ue è concentrata esclusivamente sul tema del vincolo di bilancio mentre a dover interessare i nostri rappresentanti a Strasburgo dovrebbe essere il tema dell'identità culturale europea. Il viaggio lampo ha fruttato anche un selfie alla Meloni che lo ha prontamente pubblicato sul suo profilo Facebook con tanto di entusiastica didascalia: «Con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, vista Danubio, Budapest. Tra patrioti europei ci si intende subito alla grande». In campagna elettorale ovviamente si prende tutto a pretesto per levate di scudi e per ostracizzare gli avversari. E così la mossa della Meloni viene subito attaccata. Non è in Ungheria, dicono quasi in coro i suoi avversari, che troverà risposte ai problemi di casa nostra. Ed è a loro che la giovane leader di Fratelli d'Italia replica riportando i successi di Orban nel favorire una politica sociale pensata per le famiglie e concentrata sui problemi economici interni. Da giorni, d'altronde, la Meloni va ricordando ai suoi interlocutori (avversari nei confronti tv e giornalisti) quanto riporta la Convenzione di Ginevra sul tema dei rifugiati («chi scappa dalla guerra ha diritto di essere accolto nel primo Paese disponibile») e soprattutto quanto sia sproporzionato l'impegno economico dello Stato per ospitare gli immigrati al confronto delle pensioni sociali con le quali devono tirare avanti molti italiani. Insomma la visita a Orban serve soprattutto a rilanciare il pensiero conservatore, liberale e identitario. «Che dal prossimo 5 marzo - promette la stessa Meloni - sarà farò dell'azione del governo di centro-destra».

E mentre i rappresentanti del Pd (come Alessia Morani) ricordano che Orban è quello dei muri e dei fili spinati contro l'immigrazione, altri sottolineano che lo stesso premier ungherese può vantare

risultati da noi inimmaginabili pur nelle più ottimistiche prospettive (la sua politica economica ha infatti radicalmente diminuito la disoccupazione passata dall'11 al 6%, con un aumento del pil nell'ultimo anno del 13%).

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