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Meloni in campo per le Europee. E Mantovano teme "interferenze russe"

La corsa alle Europee di Giorgia Meloni parte dal lungomare di Pescara, dove Fratelli d'Italia si ritrova per la conferenza programmatica del partito

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La corsa alle Europee di Giorgia Meloni parte dal lungomare di Pescara, dove Fratelli d'Italia si ritrova per la conferenza programmatica del partito. Una tre giorni di dibattiti che si chiuderà domani con l'intervento in cui la premier dovrebbe finalmente ufficializzare la sua candidatura come capolista in tutte le circoscrizioni. Un modo per trainare il partito in un appuntamento elettorale che sarà inevitabilmente una sorta di voto di midterm, il primo vero test con valenza nazionale da quando nell'ottobre del 2022 il centrodestra è al governo del Paese. D'altra parte, che Meloni voglia essere in prima linea in questa campagna elettorale non è un mistero. Con la premier che intende muoversi soprattutto su tv e social, limitando al minimo i comizi. Anche per questa ragione, dunque, la leader di Fdi potrebbe non raccogliere l'invito recapitatogli la scorsa settimana da Santiago Abascal, che in occasione della sua visita a Palazzo Chigi le ha chiesto di partecipare alla convention di Vox in programma a Madrid il 18 e 19 maggio (Meloni appare anche nello spot di venti secondi con cui il partito spagnolo sta lanciando l'evento). La premier è tentata, ma vuole anche evitare un nuovo caso Marbella e potrebbe dunque limitarsi a un video-collegamento in diretta.

A Pescara, dunque, Fdi si riunisce con vista mare per provare a mettere nero su bianco le proposte con cui «cambiare l'Europa». Perché, spiega il ministro Guido Crosetto, «il dibattito di oggi serve a dire perché vogliamo andare in Europa e cosa vogliamo cambiare in Europa». E in questo senso è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, a entrare nel merito puntando il dito sulla risoluzione sull'aborto approvata dal Parlamento Ue lo scorso 11 aprile. «Capita che ci siano provvedimenti assunti in sede europea che vanno in palese contrasto con la norma istitutiva dell'Unione, come per esempio la risoluzione per inserire l'aborto tra i diritti fondamentali dell'Ue», dice Mantovano. Insomma, «confido che il nuovo Parlamento che andremo ad eleggere non scriva più pagine simili perché sono fuori dal perimetro delle competenze dell'Unione». Il sottosegretario parla poi del «fascismo demonologico» che era «un'arma di esclusione di massa» per «etichettare» persone o gruppi. Un'operazione che «ora si ripropone» con «sovranista» e «populista». «No a lezioni da chi alimenta odio e divisioni», gli fa eco il ministro Luca Ciriani. Poi, lasciando la kermesse di Pescara, Mantovano non esclude che si possano verificare «interferenze russe» nelle elezioni dell'8 e 9 giugno. «Gli attacchi non solo sono in crescita, ma è da immaginare che si intensificheranno in corrispondenza dei momenti topici come elezioni», spiega il sottosegretario che ha la delega alla cyber-sicurezza. Che aggiunge: «In Spagna l'hanno fatto, non per favorire gli uni o gli altri, ma per far crescere l'astensionismo. Ma facendo gli scongiuri il nostro sistema di sicurezza è buono sia sul piano normativo che degli strumenti degli operatori». In attesa che Meloni ufficializzi la sua candidatura («averla alla guida delle nostre liste in tutta Italia le permetterà di confermare la fiducia che gli italiani hanno in lei», dice il ministro Francesco Lollobrigida), anche in quel di Pescara rimbalzano le polemiche sulla candidatura nella Lega del generale Roberto Vannacci. Con tanto di botta e risposta tra Crosetto e il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa. Che polemizza con il ministro della Difesa: «Anche lui ha tanto seguito nelle Forze Armate e in Leonardo». Lasciando la kermesse di Fdi, Crosetto si limita a rispondere «Crippa chi?». Preferisce evitare polemiche, invece, Giovanni Donzelli. Anche perché, spiega il responsabile organizzazione di Fdi, Vannacci «non ha più il seguito che aveva un anno fa» e comunque «pesca nel non voto».

Insomma, non c'è il timore che possa sottrarre consensi a Fdi.

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