In questo momento il decreto legislativo che va a modificare le norme delle strutture detentive e l'ordinamento penitenziario è in una fase di stallo. Il testo, già analizzato dal Parlamento, di fatto dovrebbe esser varato dal prossimo Consiglio dei Ministri. Si tratta di alcuni provvedimenti che andranno a rimodellare alcune pene detentive lasciando più spazio a quelle alternative al carcere in alcuni casi. Il Cdm di oggi, per il momento, ha dato il semaforo verde a tre decreti attuativi come spiega il premier Paolo Gentiloni: "Abbiamo varato tre decreti attuativi della riforma dell'ordinamento penitenziario, è un lavoro in progress, lavoriamo con strumenti diversi con l'obiettivo innanzitutto che il sistema carcerario contribuisca a ridurre il tasso recidiva da parte di chi è condannato per reati".
Ma arrivano le critiche da una parte del centrodestra. Il primo a puntare il dito contro la decisione del Cdm è stato il leader della Lega, Matteo Salvini: "In questo momento mentre parlo il Cdm sta discutendo di una legge che prevede che chi ha una pena sotto i 4 anni non vede la galera. Si parla di pene alternative. Anche lo spacciatore che spaccia davanti alla scuola dei nostri figli. Noi faremo l'esatto opposto. Chi deve fare 20 anni di galera ci resta 20 anni". Dura anche la replica della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni che respinge con un post su Facebook la mossa dell'esecutivo: "In piena campagna elettorale e a Camere sciolte, il governo vuol varare la riforma dell'ordinamento penitenziario del ministro Orlando che prevede, neanche a dirlo, meno galera e più misure alternative.
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