Meloni incontra Weber e salda l'asse su Fitto tra Commissione, Ppe e Ecr

I Popolari dicono "sì" alla vicepresidenza. Le critiche del leader popolare su Salvini

Meloni incontra Weber e salda l'asse su Fitto tra Commissione, Ppe e Ecr
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C'è il fronte italiano, certo. Variegato e complesso e che non potrebbe non impensierire Giorgia Meloni, al rientro dalla pausa estiva e già alla prese con dossier delicatissimi. A partire da una legge di Bilancio senza alcuna possibilità di spesa fino ad arrivare alla battaglia sull'autonomia differenziata che - in vista dell'ormai scontato referendum confermativo - sta diventando un gigantesco aggregatore di chi è critico verso il governo. Per giunta, al di là delle posizioni politiche di partenza. Nel sud Italia, per capirci, a cavalcare l'onda contro l'autonomia differenziata - voluta dalla Lega e approvata dalla maggioranza di centrodestra con al benedizione di Palazzo Chigi - ci sono soprattutto i governatori di Forza Italia.

Ma - al netto delle nomine, dei nuovi vertici Rai e del complesso confronto sul premierato - Meloni è al momento concentrata soprattutto sul fronte esterno e guarda - con un certo ottimismo - alla scontata nomina di Raffaele Fitto come commissario europeo. Che, come già scritto su questo giornale, ambisce a portare a casa anche una delega di peso come vicepresidente esecutivo. Lo scenario resta in campo e se così fosse per la premier sarebbe una vittoria politica di non poco conto. Se Ursula von der Leyen decidesse davvero di nominare quattro vice esecutivi (di Francia, Italia, Spagna e Polonia), per Meloni sarebbe un successo. Per due ragioni. La prima è che Fitto sarebbe l'unico vice esecutivo in quota Ecr, partito che non fa parte della cosiddetta «maggioranza Ursula» tra Popolari, Socialisti e Liberali. La seconda è che un ruolo così pesante (i precedenti italiani sono Romano Prodi presidente della Commissione e Antonio Tajani vicepresidente ma non esecutivo) certificherebbe che - come Meloni ripete da settimane - il voto contrario a von der Leyen non l'ha affatto isolata come sostengono Pd e M5s. A breve si vedrà come davvero finirà la partita.

Ieri a Roma è stata invece la giornata del leader del Ppe Manfred Weber, che ha avuto diversi incontri. Dal commissario in pectore Raffaele Fitto (sarà formalizzato domani), alla premier Giorgia Meloni, passando per i vertici dell'Udc (Lorenzo Cesa e Antonio De Poli) e la fondazione Konrad Adenauer. Una serie di incontri in cui Weber ha confermato il suo sostegno alla candidatura italiana, anche se in alcune interlocuzioni ha voluto sottolineare che serve una presa di posizione chiara di Ecr rispetto alle dinamiche europee. Un ragionamento che guarda soprattutto alla destra populista del gruppo dei Patrioti (dove militano sia il Rassemblement national di Marine Le Pen che il Fidesz di Viktor Orbán). Weber si sarebbe soffermato sul posizionamento di Matteo Salvini - la Lega aderisce ai Patrioti - e su come i Conservatori di Ecr potrebbero porsi come ponte tra la cosiddetta «maggioranza Ursula» e la galassia che c'è alla sua destra. Anche perché, al netto dello scontato via libera del Parlamento Ue alla nuova Commissione, è chiaro che per Ursula la navigazione inizierà con il mare mosso.

E con Weber - che notoriamente con la presidente della Commissione Ue ha un rapporto complesso - che sostiene ovviamente la corsa di Fitto verso la vicepresidenza esecutiva. Ma che non esita a far filtrare le sue perplessità sul ruolo di una Meloni che dice di considerare poco «europeista».

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