Nuovo scontro tra il presidente Donald Trump e il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo. Stavolta il tema era se la Casa Bianca avesse fatto abbastanza per contrastare l'epidemia da coronavirus. Il primo a cominciare è stato Cuomo. Durante l'appuntamento quotidiano per aggiornare sull'emergenza a New York, il governatore ha criticato apertamente Trump: «Non lasciate che dica di aver agito come mai prima, e poi non ti dà le risorse per agire. E dice sempre, tocca ai governatori, ai governatori, ai governatori. Va bene, ma ci sono i fondi per fare in modo che poi noi le facciamo davvero? Se no è come far passare il bigliettone, senza darlo davvero». Subito dopo è arrivata la risposta seccata della Casa Bianca, che ha invitato il governatore a «lavorare più che a lamentarsi». «Gli abbiamo dato - ha scritto Trump su Twitter - più denaro, aiuto e equipaggiamento di quanto abbia ricevuto qualsiasi altro stato e questi grandi uomini e donne che hanno fatto il lavoro non ti hanno sentito dire grazie. I tuoi numeri non sono buoni. Meno chiacchiere e più fatti».
Dopo che un giornalista ha riportato al governatore le parole del presidente, Cuomo ha ribattuto con una lunga risposta: «Tutto quello che il presidente sta facendo è mettersi in testa alla parata, ma non ha niente a che fare con la parata. Ha parlato dei grandi affari e dei soldi per le compagnie aeree, ma niente riguardo i fondi da destinare agli stati». «Vuoi che ti ringrazi per il lavoro? - ha aggiunto - vuoi che ti dica grazie per aver condiviso solo in parte la responsabilità dell'emergenza nazionale? Sul numero dei posti letto, mi rifaccio alle previsioni dei Centri federali della sanità: hanno previsto un bisogno di oltre due milioni di posti letto e in tutti gli Stati Uniti ne abbiamo solo 900 mila». Trump ha ribattuto, ancora su Twitter: «Cuomo, in modo ridicolo, voleva 40 mila ventilatori. Gliene abbiamo data una piccola frazione di quel numero ed è bastato».
Le vittime sono ormai circa 40mila negli Stati Uniti, il Paese al mondo più colpito. New York è lo Stato più ferito, anche se Cuomo ha ricordato ieri che la discesa è iniziata.
Ma il vero nemico di Trump resta la Cina e il presidente ha promesso che se la fuoriuscita del virus dal laboratorio di Wuhan, per lui cosa certa, non fosse avvenuta per errore o fosse stata tenuta deliberatamente nascosta, la Cina dovrà «certamente subirne le conseguenze».
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