Mes, è arrivata la bozza. Ma l'intesa tra Pd e M5s resta lontana anni luce

La risoluzione di maggioranza dimostra le divisioni sul Salva-Stati. Allarme di Gentiloni

Mes, è arrivata la bozza. Ma l'intesa tra Pd e M5s resta lontana anni luce

«Assicurare l'equilibrio dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell'unione monetaria (Mes, bilancio e nuovo fondo di convergenza, unione bancaria) approfondendo i punti critici». La bozza della risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier in Parlamento (in agenda domani) in vista del Consiglio Ue, è scritta in politichese puro e non potrebbe essere altrimenti. È il frutto della sintesi tra l'ottimismo piddino del ministro degli Affari Ue Enzo Amendola e le posizioni critiche che il sottosegretario M5s Laura Agea è costretta a portare avanti visti i mal di pancia tra i grillini. Il tono del documento, infatti, rispecchia l'ottica del «miglioramento» e della «logica di pacchetto» che Conte ha ideato per allungare la vita al governo.

La logica «cerchiobottista» si esprime, così, invitando il governo a escludere dall'ambito del Mes «interventi di carattere restrittivo sulla dotazione dei titoli sovrani da parte delle banche e comunque la ponderazione dei titoli di Stato attraverso la revisione del trattamento prudenziale» oltre alla clausola di ristrutturazione unica per i bond sovrani. Dall'altro lato, invece, si impegna il governo a «sostenere e promuovere» riforme in ambito europeo «per una crescita economica sostenibile e socialmente inclusiva» tra le quali l'assicurazione europea sui depositi bancari e lo strumento europeo a rischio-zero in grado di sostituire, a livello di provvista, i titoli di Stato dei singoli Paesi. Insomma, più che una risoluzione un ircocervo che vagheggia il dialogo con quelle stesse istituzioni che, fra le righe, vengono incolpate di «attentare» alla solidità dei bilanci del sistema finanziario italiano.

È difficile tenere insieme europeismo convinto e movimentismo. Anche un politico tranquillo come il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, può perdere la pazienza. «Di tutto abbiamo bisogno tranne che di una fiammata di autolesionismo, di cui purtroppo ogni tanto il nostro Paese è protagonista», ha dichiarato ieri alludendo alla possibilità di una nuova fiammata dello spread tra Btp e Bund tedeschi. Gentiloni, tuttavia, potrebbe aver «irritato» i partner europei pure lui suggerendo, in un'intervista alla Süddeutsche Zeitung, una riforma del Patto di stabilità che invece la Germania vorrebbe irrigidire ancor di più.

«A Gentiloni rispondo con le parole del professor Ricolfi che considera il Mes un rischio e un pericolo per l'Italia e per il risparmio degli italiani. Abbiamo al governo gente che pur di salvare la poltrona svenderebbe chiunque e qualunque cosa, in questo caso all'Europa», ha replicato Matteo Salvini.

«Domani assisteremo all'ennesima fiammata di autolesionismo di una maggioranza che per restare a galla manda a fondo gli interessi del Paese», gli ha fatto eco il capogruppo al Senato di Fi, Anna Maria Bernini. Di diverso avviso il segretario generale del Mes, Nicola Giammarioli. «Siamo l'istituzione più sovranista che ci sia perché dipendiamo da governi e Parlamenti», ha dichiarato.

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