Ma metà degli italiani è contro la concessione dello ius soli

Il 50% dice no, i partiti sono spaccati. E per gli osservatori non è una priorità

Ma metà degli italiani è contro la concessione dello ius soli

A seguito della vicenda dei due ragazzini che hanno salvato i loro compagni di classe durante il dirottamento del bus nel milanese da parte dell'autista che minacciava di fare una strage, la questione dello «ius soli» è tornata di attualità. Come è noto, infatti, il ministro Salvini ha dichiarato di volere concedere la cittadinanza italiana ai due piccoli eroi (dopo averla prima negata), come premio per il loro coraggio. L'episodio ha riacceso il dibattito. Secondo la normativa attuale, i figli di genitori stranieri nati nel nostro Paese hanno diritto di richiedere (e di ottenere) la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno di età. Io stesso, figlio di genitori stranieri nato a Milano, sono (finalmente) diventato italiano a quell'età. Per questo Adam e Ramy non sono ancora italiani e per questo l'atto di Salvini riveste un carattere di eccezionalità. Ma, già nella scorsa legislatura, diversi esponenti del centrosinistra hanno proposto di cambiare la normativa, suggerendo di attribuire la nazionalità a chiunque nasca sul territorio italiano, applicando il cosiddetto «ius soli». Al riguardo sono state avanzate diverse proposte: a chi desidera concedere la nazionalità italiana già al momento della nascita, si è affiancato chi propone di attribuirla dopo un periodo di istruzione («ius culturae»), e chi invece ha sottolineato la condizione che i genitori siano stati residenti per un certo periodo di tempo nel nostro paese («ius soli temperato»). E, ancora di recente, alcuni esponenti del Pd hanno ripreso la proposta. Che vede invece la netta opposizione di altri partiti, in primis, la Lega di Salvini.

Ma cosa ne pensano gli italiani? Un sondaggio effettuato la settimana scorsa dall'Istituto EumetraMR (intervistando un campione rappresentativo della popolazione adulta del nostro Paese) per conto della trasmissione «Quarta Repubblica», condotta da Nicola Porro, mostra come l'opinione pubblica si divida nettamente riguardo alla prospettiva dell'introduzione dello «ius soli» in Italia.

Di fronte al quesito sull'opportunità di adottare la nuova normativa sull'acquisizione della cittadinanza, troviamo infatti un campione sostanzialmente diviso a metà. Se è vero che la maggioranza relativa il 50% si pronuncia contro la possibilità dello «ius soli» per i figli di genitori stranieri, è vero che ad essa si contrappone una minoranza di dimensioni non straordinariamente inferiori 41% che viceversa la sostiene. E quasi un intervistato su dieci (9%) non sa o non vuole esprimere un'opinione a riguardo.

I favorevoli sono in misura relativamente maggiore giovani dai 18 ai 34 anni di età, il che non sorprende. Una maggiore apertura delle nuove generazioni verso gli stranieri era già stata registrata in altre ricerche condotte in passato. Ma anche tra costoro, comunque, la quota di contrari rimane prevalente. Ancora, l'opinione positiva sull'introduzione dello «ius soli» cresce al crescere del titolo di studio e raggiunge tra i laureati il valore del 42% ed è altresì più diffusa nelle regioni meridionali (49%).

Anche l'analisi delle risposte in relazione all'orientamento politico (misurato dall'intenzione di voto alle elezioni) conferma l'esistenza di una significativa frattura di opinioni. Era prevedibile infatti che tra gli elettori del Pd la maggioranza si pronunciasse a favore della proposta di «ius soli». Ma, anche all'interno dei votanti per il partito di Zingaretti, i fautori del provvedimento non superano i due terzi (62%), mentre i restanti si pronunciano contro o si astengono.

Dall'altra parte, tra gli elettori di Forza Italia, si registra, come forse ci si poteva aspettare, una maggioranza di contrari. Ma anche qui, il 44% è favorevole. E persino nella Lega, dove, ovviamente, la maggioranza è nettamente contraria, si rileva comunque quasi un quinto (19%) di votanti che si pronunciano a favore dello «ius soli».

Una contrapposizione che si manifesta dunque in tutti i partiti, spesso trasversalmente all'orientamento politico.

E che si conferma anche all'interno dell'elettorato grillino ove, in questo e in altri campi, si scontrano spesso sensibilità contrapposte e ove i favorevoli allo ius soli sono il 49%.

Insomma, quella dello ius soli appare una questione molto controversa. E non sembra, secondo diversi osservatori, far parte delle priorità attuali del nostro Paese.

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