Il «metodo Report» rischia seriamente di finire ko nelle aule di tribunale. In attesa di capire se porterà a sviluppi processuali l'indagine sulla querelle legata all'audio rubato all'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano mentre parlava al telefono con la moglie di fatti privati, sono almeno tre i procedimenti in cui la trasmissione di Sigfrido Ranucci rischia grosso. C'è infatti una «ragionevole previsione di condanna» per il conduttore di Report e il suo scudiero Giancarlo Mottola (lo stesso del caso Equalize) accusati di concorso in diffamazione aggravata in due distinti processi in corso a Varese: uno istruito dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dalla consorte, con l'avvocato varesino Andrea Mascetti come parte civile. L'altro dalla dottoressa Maria Luisa Fontana, figlia del governatore leghista della Lombardia Attilio.
Nei mesi scorsi il Giornale ha dato conto della decisione del giudice monocratico di Varese di respingere la richiesta di «non luogo a procedere» presentata dai difensori dei giornalisti di Raitre per due servizi del 19 e del 26 ottobre 2020 (colpa di della competenza territoriale con Roma). A novembre si è aperto il dibattimento, «rinviato all'11 aprile per sentire testimoni del pubblico ministero», ci dice una fonte vicina alla difesa del ministro leghista. Per la figlia di Fontana invece «il dibattimento inizia a febbraio», conferma il legale Fabio Schembri.
Di cosa erano accusati Giorgetti e la figlia di Fontana? L'attuale titolare del Mef, al tempo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Lega-M5s nel servizio dal titolo Mogli, camici e cavalli dei paesi tuoi era stato dipinto come un politico spregiudicato, «avvezzo a favorire indebitamente i propri amici e colleghi di partito», tra cui l'avvocato varesino Mascetti, a sua volta tirato in ballo in due distinte vicende giudiziarie (da cui è risultato totalmente estraneo) nella puntata Vassalli, valvassori e valvassini. Il fango aveva sporcato anche l'immagine della signora Giorgetti per alcuni spazi ottenuti in comodato d'uso gratuito all'ippodromo dal pony club Le Bettole di Varese.
Peggio era andato a Maria Cristina Fontana, ingiustamente accusata da Report di essere stata favorita dal papà nei suoi incarichi professionali da parte di Asst Nord Milano vagheggiando di un fantomatico «conflitto d'interessi» anche se la professionista lavorava per una società assicurativa alla quale l'Asst si appoggia, sostenendo che la donna avesse avuto più incarichi durante la pandemia, come se avesse approfittato del Covid grazie al papà. Era vero il contrario. «Avevamo diffidato Ranucci e Mottola, avevano tutte le prove e non ne hanno tenuto conto». Eccolo, il metodo Report che aveva travolto anche l'ex dg della Sanità dall'ottobre del 2014 al novembre 2017 Ranieri Guerra, di cui Report nel 2021 aveva pubblicato «atti e documenti ritenuti gravemente lesivi dei suoi diritti, della sua reputazione personale e professionale e del suo ruolo quale funzionario dell'Oms», aveva detto il suo legale Roberto De Vita.
L'accusa di essere uno dei responsabili del mancato aggiornamento del Piano pandemico è stata smentita nel corso dei processi che Guerra ha subito, dai quali viceversa è emerso che da lui era arrivata l'unica vera richiesta di aggiornamento del piano, tanto che prima di congedarsi per andare proprio all'Oms aveva suggerito di «rivederlo in maniera organica e condivisa con le altre istituzioni interessate». Insomma, tutto il contrario di quanto sosteneva la trasmissione. La richiesta di risarcimento monstre avanzata da Guerra va avanti in civile. Se vincesse a pagare sarebbero i contribuenti italiani.
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