Milano Spaventato, con una mano sul capo sanguinante, ha raggiunto faticosamente una pattuglia della polizia locale che in quel momento era sul lato opposto a quello dove si trovava lui lungo le Colonne di San Lorenzo, punto nevralgico della movida nel quartiere Ticinese. «Mi hanno aggredito e colpito alla testa con un coccio di bottiglia». Solo una volta salito in ambulanza, ai soccorritori che lo stavano trasportando in codice giallo al Policlinico, avrebbe rivelato i motivi di quell'assalto: «Stavo passeggiando con il mio compagno mano nella mano quando un gruppo di una dozzina di sconosciuti, tutti avventori di un locale e che stazionavano lì davanti, dopo aver lanciato insulti accusandoci di essere gay, hanno iniziato a lanciarci addosso delle bottiglie di vetro. Una mi ha colpito alla testa e un'altra al torace».
Un racconto sintetico ma sufficientemente allarmante quello di un impiegato 25enne di origini vicentine ma residente da anni a Milano e di cui conosciamo solo il nome di battesimo, Giampiero. Un giovane che, poco dopo la mezzanotte di sabato, sarebbe stato assalito da un gruppo di omofobi, spariti subito dopo averlo ferito.
Una storia che solleva molti interrogativi e necessita di ulteriori approfondimenti, in particolare sotto il profilo strettamente investigativo. «Dobbiamo innanzitutto sentire a verbale il giovane, quindi cercare testimoni e accertare che i filmati delle telecamere della zona abbiamo immortalato qualcosa di utile alle indagini e all'esatta ricostruzione della dinamica dei fatti» spiega la polizia locale. Che tramite l'ufficio stampa dell'assessorato comunale alla Sicurezza ieri hanno voluto sottolineare che al personale della loro pattuglia Giampiero non ha specificato le ragioni dell'aggressione, emerse solo in seguito.
Così, mentre ieri pomeriggio tramite l'associazione Giustitalia che lo assiste, il ragazzo ha fatto sapere che «chiederà i danni agli aggressori», per il momento di sicuro e oggettivo c'è solo che la vittima, una volta in ospedale, è stata medicata per una ferita lacero contusa al capo e
dimessa con una prognosi di dieci giorni.«Per ora Giampiero non vuole apparire» ci spiegano al telefono quelli di Giustitalia che condannano la vicenda ma per ora preferiscono proteggere dalla stampa il giovane impiegato.
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