L'astensione della Lega e del Movimento 5 Stelle spiana la strada a una serie di misure sul contenimento dell'immigrazione. Tra cui, forse il più significativo, quello che impegna il governo Conte a non sottoscrivere il "Global Compact", il documento che le Nazioni Unite vorrebbero imporre a tutti i Paesi dell'Occidente affinché riconoscano il diritto a emigrare sempre e comunque. Un pezzo di carta che, se controfirmato, rischia di essere un vero e proprio trapollone per l'Italia. A stopparlo, una volta per tutte, è stata la mozione presentata da Fratelli d'Italia (la prima firma è del capogruppo Francesco Lollobrigida) che ha ottenuto il via libera della Camera ache con il voto favorevole di Forza Italia.
Il "Global Compact" ha la pretesa di garantire uguali diritti a tutti gli immigrati, anche a quelli economici che entrano illegalmente nel nostro Paese. Se l'Italia l'avesse accettata, avrebbe dunque rinunciato a distinguere tra chi, in base alla Convenzione di Ginevra, deve essere accolto perché in fuga da guerre e carestie e chi, invece, può essere respinto perché irregolare. Lo scorso dicembre, su pressione di Matteo Salvini, il governo gialloverde aveva disertato la conferenza di Marrakech convocata dalle Nazioni Unite per far firmare agli stati membri il documento che avrebbe fatto riprendere, in misura massiccia, le partenze verso l'Italia. Oggi, però, il parlamento ha fatto un passo successivo, grazie alla mozione targata Fratelli d'Italia, impegnando l'esecutivo a non sottoscrivere, né ora né in futuro, il "Global Compact". "Finalmente ce l'abbiamo fatta - esulta Giorgia Meloni - non ci sarà alcuna invasione in Italia. L'immigrazione non sarà mai un diritto fondamentale".
La mozione, approvato con 112 voti a favore, 102 contrari e l'astensione di 262 deputati, ha provocato un forte scossone nei Cinque Stelle che hanno visto alcuni parlamentari dell'area ortodossa rompere le fila e votare con le opposizioni in dissenso. Si tratterebbe di Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Valentina Corneli e Doriana Sarli. "La scelta dell'astensione - raccontano all'agenzia AdnKronos - fonti parlamentari - avrebbe suscitato un forte malcontento tra le fila pentastellate". Altri grillini avrebbero, invece, lasciato l'emiciclo in polemica con la linea del Movimento. La sinistra subito cavalcato i dissensi dei Cinque Stelle per chiedere al premier Giuseppe Conte di venire in Aula a riferire. "È grave che non sia la maggioranza a decidere su una questione così rilevante per la politica estera del Paese", hanno lamentato da LeU. Il piddì Ivan Scalfarotto, invece, ha accusato l'esecutivo di "non avere una politica estera" e di lasciare che "questioni delicate come la firma del Global Compact siano dettate dal voto di Fratelli d'Italia e Forza Italia".
Al di là delle prese di posizione della sinistra, la mozione votata oggi non solo mette un argine definitivo all'immigrazione incontrollata, ma di fatto obbliga il governo a difendere i confini del Paese. In caso contrario sarebbe venuta meno l'operazione, che Salvini ha portato avanti da quanto è arrivato al Viminale, di bloccare le operazioni delle organizzazioni non governative. Il "Global Compact" obbliga, infatti, chi lo sottoscrive ad "assicurare che l'assistenza di natura umanitaria non sia considerata illegale". Il ché rende legale qualsiasi intervento in mare di quelle Ong che negli anni passati ci hanno riempiti di clandestini infrangendo un'infinità di leggi.
"Ora - ha annunciato all'AdnKronos il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani - chiediamo il blocco navale davanti alle coste della Libia, l'unica misura di bloccare gli sbarchi e il traffico umano degli scafisti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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