Migranti, "green" e Lgbt. Fiumi di denaro dall'Ue alle Ong più ideologiche

Il Ppe chiede alla Commissione l'elenco e i criteri dei finanziamenti

Migranti, "green" e Lgbt. Fiumi di denaro dall'Ue alle Ong più ideologiche
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È esploso il caso dei finanziamenti alle Ong a Bruxelles. La notizia emersa nelle settimane passate dell'utilizzo dei fondi dell'Unione europea per finanziare Ong ambientaliste poi impegnate a promuovere l'agenda dell'allora Commissario al Green Deal Frans Timmermans, si è estesa a macchia d'olio toccando anche altri settori lautamente finanziati dall'Ue.

Così, i membri del parlamento europeo, hanno chiesto alla Commissione Ue di poter esaminare l'elenco dei contratti di sovvenzione sottoscritti con numerose Ong. Sotto la lente dell'Europarlamento ci sono i criteri di assegnazione dei finanziamenti e la rendicontazione delle spese, soprattutto per quel che riguarda l'utilizzo dei fondi ricevuti da Bruxelles per poi svolgere attività di lobbying.

Tra i beneficiari delle risorse europee figura il progetto @NCLUSION! per «promuovere l'inclusione dei migranti LGBTQI+ a livello locale» il cui obiettivo è «creare e sostenere strategie locali che garantiscano che i migranti e i rifugiati LGBTQI+ si sentano inclusi e apprezzati nelle loro comunità».

Spulciando i progetti emerge un fiume di denaro indirizzato dalla Commissione Ue a iniziative che spaziano dal green ai migranti fino alle tematiche Lgbt. Nello specifico sono stati erogati 24,7 milioni di euro per «Nuove soluzioni europee per la neutralità climatica delle città europee», 1,3 milioni per «Favorire l'inclusione dei migranti Lgbtqi+ a livello locale». E ancora 168,4 mila euro per «Contrastare l'hate speech e il discorso offensivo contro la diversità: rom, Lgbtiq, ebrei e comunità di migranti» e 1.2 dedicati all'«Osservatorio europeo per l'odio online».

L'eurodeputata tedesca Monika Hohlmeier del Ppe sta lavorando a una nuova regolamentazione per il finanziamento alle Ong richiedendo «una supervisione su questioni come porte girevoli, trasparenza nei finanziamenti, antiriciclaggio, interferenze straniere, whistleblowing e governance». Alla rivista «Politico» la Hohlmeier ha spiegato che occorre «chiudere la scappatoia nel registro per la trasparenza , in base alla quale le Ong evitano di elencare i propri sostenitori finanziari dichiarando di rappresentare solo i propri interessi o gli interessi collettivi dei propri membri». Si tratta di una proposta di regolamentazione con buone possibilità di essere approvata la cui discussione verrà avviata il 12 marzo e, dopo aver esaminato gli emendamenti, la commissione per il controllo del bilancio del parlamento europeo dovrebbe votarli il 7 e l'8 aprile con un possibile allenamento delle forze di destra poiché sia il Ppe sia Patriots sono molto attivi negli ultimi giorni nel chiedere una maggior trasparenza.

Gli europarlamentari vogliono vederci chiaro anche sui contratti relativi a una serie di programmi come l'Asylum, Migration and Integration Fund; e il Rights, Equality and Citizenship Program; e il Citizens, Equality, Rights and Values Program.

Intanto la questione dei finanziamenti alle organizzazioni non governative si è trasformata in un vero e proprio scontro politico con i

Verdi che hanno chiesto di verificare i contributi alle aziende che ricevono fondi europei tra cui Shell, la casa automobilistica Volkswagen, la società di consulenza Ramboll e l'associazione di categoria BusinessEurope.

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