Migranti, i prefetti si ribellano "Noi lasciati soli dalla sinistra"

L'associazione nazionale sta con la collega intercettata. E Salvini promette: "Mai più situazioni insostenibili"

Migranti, i prefetti si ribellano "Noi lasciati soli dalla sinistra"

Dopo l'intercettazione choc pubblicata ieri («È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare») fanno discutere altre frasi rubate all'ex prefetto di Padova Patrizia Impresa nell'ambito dell'inchiesta sullo scambio di favori tra la prefettura ed Ecofficina (oggi Edeco), la coop che gestisce i principali centri di accoglienza del Veneto. Ieri il Mattino di Padova ne ha diffusa un'altra, datata 1° dicembre 2016, in cui la Impresa parla ancora con il suo vice dell'epoca, Pasquale Aversa, e in quell'occasione lo fa a proposito di un'imminente perquisizione ordinata dal pm Federica Baccaglini nella struttura di San Siro di Bagnoli in cui erano ospitati più migranti del consentito.

Informata di ciò dal comandante provinciale dei carabinieri di allora, la Impresa prima si dice «preoccupata»: «Secondo me hanno deciso che questa cooperativa la devono distruggere, è come se si tirasse fuori una sorta di connivenza della prefettura». E alla fine decide a sua volta di avvisare il boss di Edeco Simone Borile.

L'attuale prefetto di Bologna - che comunque a differenza di Aversa e Borile non è indagata - ha poi chiarito il senso generale delle sue parole spiegando che quando si è in emergenza a volte si fanno delle forzature: a quei tempi, eravamo in pieno governo Renzi, il governo inviava centinaia di profughi a settimana e a trovarsi la patata bollente in mano erano sempre i prefetti.

Proprio per questo ieri l'AP-Associazione Prefettizi ha espresso «piena» solidarietà a Patrizia Impresa a nome di tutti i colleghi. «Tutti i prefetti del territorio e i rispettivi collaboratori si sono trovati a doversi produrre in autentici salti mortali per dare esecuzione alle pressanti richieste di dare subito e comunque una sistemazione a grossi contingenti di migranti da parte degli uffici del Viminale che a loro volta sono sottoposti ad analoghe insistenze», ha scritto in una nota i presidente Antonio Corona. Che poi ha rincarato ancora la dose: «I prefetti hanno dovuto sopperire a gravi criticità e inadeguatezze del Sistema Protezione Richiedenti Asilo immaginato per far fronte a qualche migliaio di persone e non a centinaia di migliaia. Amareggia quindi il poter essere messi alla gogna per alcune parole estrapolate dal contesto e dette in una conversazione colloquiale che non celavano alcuna malefatta bensì esprimevano un autentico grido di dolore. Accogliere o meno i migranti era e rimane una scelta esclusiva della politica, non dei prefetti. Ai quali andrebbe piuttosto appuntata una medaglia sul petto per essersi dimostrati pronti e affidabili al di là di ogni legittima aspettativa».

A distanza di un paio d'anni però le cose sembrano essere cambiate, non foss'altro perché negli ultimi mesi gli sbarchi si sono sensibilmente ridotti. Un risultato che è stato di nuovo rivendicato da Matteo Salvini, che ai prefetti fa una promessa: «Possiamo garantire che non ci saranno più situazioni insostenibili, da Padova alla Sicilia - ha detto il ministro dell'Interno -. Ricordo che al Cara di Mineo lavoriamo alla riduzione del numero di ospiti e dei costi, con l'obiettivo finale della chiusura.

Mentre in Veneto il centro di Cona sarà progressivamente svuotato e prevediamo di cessare l'attività di quello di Bagnoli. Il Comune di Agna, infine, potrà beneficiare di fondi compensativi per i disagi che ha sopportato negli ultimi anni di malgoverno del Pd».

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