Nel mondo ci sono 130 milioni di profughi e sfollati, ma in Italia gli arrivi sono diminuiti del 60% e gli extracomunitari con permesso di soggiorno per protezione e asilo risultano 414mila, appena lo 0,7% della popolazione. Non solo: L'Unione Europea «allargata» (i 27 della Ue più Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) registra nei primi otto mesi del 2024 una netta diminuzione di flussi «irregolari» in entrata. I rifugiati e migranti arrivati dai suoi confini esterni sono -39% rispetto allo stesso periodo del 2023.
I dati sono stati snocciolati ieri nell'aula magna della Pontificia Università Gregoriana di Roma durante la presentazione del Report «Diritto d'Asilo 2024» della Fondazione Migrantes. A giugno c'erano nel mondo 122,6 milioni di persone colpite da «sradicamento forzato globale» ovvero rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni. A fine anno si prevede che saranno 130 milioni. «In Medio Oriente la guerra tra Hamas e Israele si è estesa con il coinvolgimento della Cisgiordania, dell'Iran e del Libano - spiega il rapporto - Le armi continuano a essere le uniche a parlare tra Ucraina e Russia, mentre anche situazioni estreme legate al cambiamento climatico contribuiscono a far crescere il numero delle persone costrette ad abbandonare la propria casa e la propria terra per un tempo sempre più lungo».
I dati del Viminale, fino a ieri, confermano la flessione del 60% degli sbarchi in Italia, che dall'inizio dell'anno sono stati 64.021. Nel 2023 erano 153.126 e l'anno prima 98.126 i migranti arrivati via mare. Solo in novembre si sono sfiorati gli arrivi mensili dell'anno precedente. Sara Kelany, responsabile nazionale di Fratelli d'Italia del dipartimento Immigrazione, sottolinea che il rapporto «presentato a Roma, conferma i dati del ministero dell'Interno sul crollo degli arrivi irregolari nel 2024, dopo quattro anni di crescita». Lo studio della fondazione Migrantes, però, considera il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo «un compromesso al ribasso che prelude a un ulteriore impoverimento dei diritti di richiedenti asilo e rifugiati». E critica i decreti approvati quest'anno definendo «frammentato, grossolano e iniquo» l'attuale sistema di accoglienza.
I dati del ministero dell'Interno registrano come prima nazionalità d'arrivo i migranti economici dal Bangladesh (13.115). I secondi sono i siriani (12.074), ma con il crollo del regime di Assad molti rifugiati potrebbero tornare in patria e forse altri scappare dal paese temendo rappresaglie o un'involuzione fondamentalista. In terza posizione ci sono 7.688 tunisini. Il rapporto evidenza che la Siria (circa 183 mila richiedenti nel 2023) e l'Afghanistan (101 mila) sono da anni i principali Paesi d'origine di chi cerca rifugio nell'Unione europea. Fino a settembre l'Agenzia dell'Onu per i profughi, Unhcr, si occupava di 32.060.000 rifugiati nel mondo. Il numero aumenta sempre da 12 anni e oramai equivale a un abitante del pianeta su 67. Un focus particolare riguarda i rifugiati ucraini, che sono 4.461.000 nell'Europa allargata, grazie alla protezione temporanea garantita fino al 2026.
La Germania ne ospita oltre un milione e l'Italia è penultima fra i grandi paesi Ue con 165mila ucraini rispetto alla Francia che ha accolto soli 61mila. Gli ucraini nella Ue, che pensano di tornare in patria stanno diminuendo dal 77 al 64% e continuerà cosi fino a quando non si troverà una via d'uscita al conflitto con la Russia.
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