Racconti in presa diretta di uno stupro di massa: con la crudezza, a volte indigeribile, che gli atti giudiziari sono costretti ad avere. Nel provvedimento di fermo di Abdallah Bouguedra e Abdel Ibrahim, i due giovani di origine maghrebina fermati per le violenza di Capodanno a Milano, sono riportati fotogrammi che vanno aldilà di quanto emerso finora: e che condizioneranno inevitabilmente la decisione, attesa per oggi, sulla scarcerazione chiesta dai due.
Una testimone racconta di avere visto una vittima accerchiata da una folla di uomini sul lato est di piazza Duomo tra cui «un uomo con giubbotto rosso che urlava la ragazza, la ragazza intento a strapparle i vestiti e a strattonarla». Quando finalmente arriva la polizia il branco si allontana, «lasciando la ragazza a terra, denudata nella parte inferiore del corpo e con i pantaloni abbassati fino ai piedi». È la vittima cui alla clinica Mangiagali «i medici hanno riscontrato evidenti escoriazioni su entrambe le mammelle e sui genitali, e anche sangue nonché tumefazioni su varie parti del corpo». La vittima, interrogata alle 3.55 del mattino, racconta che «il gruppo riusciva ad abbassarle i pantaloni per poi toccarle la vagina, anche infilando le dita all'interno della stessa».
Questa furia maniacale verso le parti più intime delle vittime sembra un modus operandi costante del branco. A farne le spese è poco dopo una ragazza che si trova all'ingresso della Galleria Vittorio Emanuele (il «Salotto buono» di Milano....): e che il giorno dopo racconta «di essere stata letteralmente travolta alle spalle da un'ondata di uomini che l'avevano palpeggiata violentemente nelle parti intime, mettendole le mani sul fondoschiena, sull'ano, sulla vagina al punto da rompere i collant». Un'altra ragazza spiega che «quella sera indossava un vestitino e ricordava di aver sentito delle mani che dietro le sue spalla le afferravano le calze all'altezza della vagina e dei glutei».
Insieme all'ossessione del branco per il corpo femminile, dai verbali riportati nel decreto di fermo firmato dal pm Alessia Menegazzo emergono numerosi altri dettagli che confermano come i due arresti siano solo l'inizio della caccia ai responsabili. Le testimonianze delle vittime e dei loro amici descrivono con chiarezza altri protagonisti delle aggressioni: compreso quello che alcuni indicano come il «capo». «Un uomo di circa 45 anni, calvo, con occhi chiari e carnagione chiara, con una camicia nera con decorazioni gialle tipo Versace»: parlava italiano, ma con lo stesso accento dei ragazzi del branco. E mentre cresce il numero dei potenziali indagati cresce purtroppo anche il numero delle vittime: sugli uffici della Procura e della Mobile continuano ad arrivare segnalazioni e denunce di ragazze che hanno dovuto subire le violenze del branco.
Le denunce arrivano da diverse parti d'Italia perchè la sera di San Silvestro erano arrivati a Milano ragazzi e ragazze anche da lontano, convinti di poter festeggiare serenamente il nuovo anno nel cuore di una città sicura. Si sbagliavano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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