Milano, l'errore del Pd che mescola violenze e "cultura patriarcale"

Il leghista Morelli replica alla dem Roggiani: "Migliaia di sbarchi, ma la colpa è della società..."

Milano, l'errore del Pd che mescola violenze e "cultura patriarcale"

Premessa, antefatto e fatto. Un indice di quanto seguirà quantomai necessario, data la pericolosa scivolosità dell'argomento e la tentazione sempre più diffusa di stravolgere le parole per farne randelli.

La premessa è che nel tentare di sbrogliare questa intricata matassa non c'è nessuna intenzione di difendere violenti, misogini, anticomunisti viscerali, pseudoleghisti con la bava alla bocca e nemmeno i vili che dietro l'anonimato dei social si lasciano andare ad espressioni inqualificabili. Va invece difeso il diritto di chiunque, fosse anche un politico della Lega, di criticare un'affermazione non condivisa, fosse anche espressa dalla segretaria milanese del Pd.

«Ogni notte rivivo quell'incubo». L'antefatto. La violenza sessuale messa di una trentina di extracomunitari, egiziani o marocchini, nei dintorni di piazza Duomo a Milano e di cui inizialmente sembrava essere stata vittima una sola giovanissima. E che invece, aumentando le denunce, è chiaro essere toccata a più ragazze. Una vergogna a maggior ragione di quella che si vanta di essere la più europea delle città italiane e, da anni governata da giunte di centrosinistra, si vanta di essere all'avanguardia nella difesa dei diritti, a cominciare da quelli delle donne. Ebbene ancora una volta solo parole, visto che episodi simili erano già accaduti nei capodanni precedenti e che questi branchi di extracomunitari agiscono da tempo indisturbati oltre che nelle periferie, adesso anche in centro.

E quindi il fatto, perché la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani dopo giorni di giuste accuse alla giunta Sala, ha sentenziato che quelle viste «sono immagini strazianti che raccontano ancora una volta situazioni inaccettabili che troppo spesso le donne si trovano a subire. Violenze e comportamenti figli di una cultura patriarcale della nostra società in cui un gruppo di ragazzi si sente in diritto di poter fare quello che vuole nei confronti delle ragazze». Di qui la reazione del viceministro della Lega Alessandro Morelli che su Facebook replica che «fanno arrivare qui decine di migliaia di persone senza alcun controllo né preoccupazioni su come possano integrarsi, poi però se succede qualcosa è colpa della nostra società e del patriarcato». Una replica difficile da contestare, ma che ha scatenato la suddetta orda di violenti da tastiera che nei commenti hanno aggredito la Roggiani e quindi innescato un diluvio di prese di posizione di big del Pd, a partire dal segretario Letta («comportamento inaccettabile»), che hanno chiesto non solo la censura, ma le dimissioni di Morelli da governo. Ora che la violenza anche verbale sia da condannare è richiesta incontestabile, ma che si possa anzi si debba dire che le parole della Roggiani sono assolutamente fuori luogo e confondano una pretesa «nostra» cultura patriarcale con una gang di extracomunitari assetati di sesso è violenza, è cosa ancor più vera. E proprio perché le vittime degli stupri sono proprio quelle donne che il Pd si vanta di difendere.

«Assurdi e da condannare gli insulti via social all'indirizzo di Silvia Roggiani comparsi sotto un mio post Facebook e prontamente rimossi - dice in serata lo stesso Morelli - Parole vigliacche e deprecabili che io non definirei mai figlie di una cultura patriarcale per non sminuirne la gravità.

Per questo lavorerò con i colleghi, anche del Pd, affinché simili condotte vengano perseguite come meritano in tutti gli ambiti. Mi sarebbe però piaciuto vedere la stessa indignazione anche nei confronti delle violenze di cui numerose ragazze sono state fisicamente vittime, in una città ormai fuori controllo».

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