Si rompe il fronte sudamericano che «protegge» il regime chavista di Nicolàs Maduro. Con una scelta di rottura ieri l'Argentina, per bocca della ministra degli Esteri Diana Mondino, ha riconosciuto la vittoria elettorale dell'oppositore dello stesso Maduro. «Possiamo tutti confermare senza ombra di dubbio che il legittimo vincitore e presidente eletto è Edmundo Gonzalez», ha scritto su X Mondino. La dichiarazione del capo della diplomazia di Buenos Aires fa seguito a una presa di posizione analoga del capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken.
La scelta di Buenos Aires giunge all'indomani della fuga del personale diplomatico argentino da Caracas, capitale del Venezuela, dopo che la tensione tra i due Paesi negli ultimi giorni è salito alle stelle in particolare per il fatto che sei oppositori di Maduro hanno trovato rifugio nell'ambasciata argentina a Caracas, che è stata stretta di assedio dalle forze dell'ordine al soldo di Maduro. La sede diplomatica è stata presa in custodia dal Brasile, a cui il presidente argentino Milei ha espresso la sua gratitudine in un messaggio su X nel quale ha detto che «il personale diplomatico argentino ha dovuto lasciare il Venezuela come rappresaglia del dittatore Maduro per la nostra condanna della frode che hanno perpetrato domenica scorsa».
Il presidente ultraliberale dell'Argentina ha da subito preso posizione contro Maduro dopo la vittoria da questi rivendicata con numeri quanto meno sospetti poche ore dopo la chiusura delle urne nelle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica scorsa. Maduro ha definito Milei «nazista e pure brutto». Brasile, Colombia, Messico e altri Paesi latinoamericani, oltre agli Stati Uniti e all'Unione europea non riconoscono l'elezione di Nicolas Maduro, chiedendo la pubblicazione dei risultati elettorali completi. E ieri all'Argentina si è unito anche l'Uruguay.
«Sulla base di prove schiaccianti, per l'Uruguay è chiaro che Edmundo Gonzalez Urrutia ha ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni presidenziali venezuelane. Ci auguriamo che la volontà del popolo venezuelano venga rispettata», ha scritto in un post su X il ministro degli Esteri di Montevideo Omar Paganini.
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