La corsa allo spazio si fa sempre più affollata. Ieri dalla Space Force Station di Cape Canaveral in Florida è avvenuto il lancio del razzo New Glenn di Blue Origin, l'azienda spaziale fondata dal creatore di Amazon Jeff Bezos, unico vero competitor di Elon Musk e della sua Space X.
Il primo volo di prova del razzo (alto 98 metri e con un diametro di sette) ha centrato l'obiettivo principale, il raggiungimento dell'orbita, dopo che la separazione dei due stadi del razzo nei primi minuti di lancio era avvenuta correttamente. Nonostante il primo stadio del razzo non sia riuscito ad atterrare sulla piattaforma Jacklyn nell'Oceano Atlantico, la missione è stata considerata riuscita da Blue Origin: «Il nostro obiettivo principale oggi è raggiungere l'orbita in sicurezza. Tutto ciò che va oltre è la ciliegina sulla torta».
New Glenn ha così portato in orbita la piattaforma Blue Ring, progettata per trasportare più satelliti fino a un carico di tre tonnellate e per rilasciarli su orbite diverse con obiettivo di portare carichi commerciali e rientrare a terra per poi essere riutilizzato. Il razzo, chiamato così in onore del primo astronauta americano John Glenn, è partito dalla stessa piattaforma utilizzata per lanciare le navicelle Mariner e Pioneer della Nasa mezzo secolo fa e punta ad abbattere i costi spaziali con componenti riutilizzabili.
New Glenn fa parte di una missione considerata fondamentale da Blue Origin per competere con il dominio di Space X nell'industria spaziale. Proprio Elon Musk si è congratulato con Bezos per aver «raggiunto l'orbita al primo tentativo», non a caso entrambi i billionaires, oltre a contendersi il primato dell'uomo più ricco del mondo, hanno una passione per lo spazio da tutta la vita. Eppure la loro visione diverge e, mentre Musk ha il sogno di colonizzare Marte, Bezos vorrebbe spostare l'industria pesante fuori dalla Terra su piattaforme spaziali galleggianti.
Intanto Blue Origin si è assicurata un contratto con la Nasa per lanciare due sonde su Marte a bordo di New Glenn che supporterà anche il Progetto Kuiper, una costellazione di Internet satellitare progettata per competere con Starlink. Nonostante ciò, SpaceX ha un vantaggio decisivo anche su altri rivali come United Launch Alliance, Arianespace e Rocket Lab che sono ancora molto indietro.
Come spiega a Il Giornale Emilio Cozzi, autore del libro Geopolitica dello spazio: «Dopo il lancio di ieri la sfida con Musk è aperta, vero è che Bezos, pur avendo ambizioni non meno avanguardistiche di Musk, per ora è ancora indietro e si trova a inseguire».
Per comprendere il livello di avanguardia di Space X basti pensare che il lanciatore di Bezos adotta una tecnologia (con il recupero del primo stadio del razzo) raggiunta da Musk nel 2015 che nel frattempo sta testando il nuovo sistema Starship e, se dovesse funzionare, permetterebbe un recupero completo dei componenti del razzo abbattendo in modo drastico i costi.
«È evidente che l'evoluzione del settore dello spazio sia appannaggio dei privati e la Nasa si appoggia a questi sistemi mentre la Cina è al lavoro per il progetto lunga marcia nove per avere un completo riutilizzo dei razzi» aggiunge Cozzi.
E l'Italia e l'Europa? «L'Europa ha due lanciatori di cui uno l'italiano Vega C, dobbiamo recuperare il tempo perduto poiché oggi dei nostri lanciatori si butta via tutto e solo tra due o tre anni arriveremo al livello
tecnologico raggiunto da Musk nel 2015». Il governo lo ha ben chiaro e ha impresso un'accelerazione nella consapevolezza che nei prossimi anni lo spazio diventerà sempre di più un settore strategico per la sicurezza nazionale.
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