Sì alla prima fiducia gialloverde. Ieri Montecitorio ha dato il via libera al voto di fiducia per il decreto legge Milleproroghe con 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti. Il voto finale però potrebbe addirittura slittare a domani visto che il Pd sta facendo ostruzionismo. Sono oltre 160 infatti gli ordini del giorno e un centinaio gli iscritti a parlare. Comunque il testo, appena ottenuto via libera finale di Montecitorio, dovrà poi passare in terza lettura al Senato dove l'opposizione promette ancora battaglia. Ha votato no alla fiducia anche Forza Italia, critica però per l'eccesso di ostruzionismo, definito fine a se stesso, messo in atto dal Pd. Andrea Mandelli, capogruppo Fi in Commissione Bilancio alla Camera, punta il dito in particolare contro lo slittamento dell'obbligo vaccinale: «si è scelta la strada di un irresponsabile e illogico compromesso», ha denunciato l'azzurro.
Se si fanno i conti poi si evidenzia come rispetto al voto di fiducia incassato dal governo il 6 giugno scorso si registrino 21 voti in meno rispetto ai 350 favorevoli per la «prima volta» del premier Giuseppe Conte. Certo occorre valutare anche il peso delle assenze di ministri e sottosegretari ma l'esecutivo comunque perde 17 voti rispetto ai numeri totali che sulla carta ha la maggioranza M5s Lega, ovvero 346 voti (222 deputati del M5s e 124 della Lega).
Tra le norme affastellate in un decreto onnicomprensivo quella che più ha fatto discutere è lo slittamento dell'obbligo vaccinale. Dopo un incomprensibile balletto di circolari e annunci contraddittori, che hanno gettato in confusione le istituzioni scolastiche alla fine, per strizzare l'occhio ai no vax, il decreto conferma che anche per quest'anno scolastico si potrà presentare l'autocertificazione. In sostanza potranno dunque accedere al nido e alla materna tutti i bimbi da 0 a 6 anni anche non vaccinati.
Resta il taglio di oltre un miliardo previsto per le periferie che oltretutto va a colpire progetti di risanamento che si erano già avviati. Norma definita assurda da Mandelli perché, spiega, «sospende e sposta in avanti gli effetti di un atto negoziale già eseguito». Per il senatore Maurizio Gasparri il governo gialloverde semina confusione. «Il governo a trazione grillina ha rapinato le periferie, tagliando fondi e facendo il contrario di quanto aveva promesso in campagna elettorale», attacca Gasparri.
Ma nel Milleproroghe c'è un po' di tutto. Sul fronte giustizia slitta il termine di applicazione delle nuove norme sulle intercettazioni (provvedimento dell'ex Guardasigilli, Orlando) che viene prorogato al 31 marzo 2019. Il provvedimento fa slittare anche i termini per la presentazione della documentazione relativa all'ammontare dei danni subiti nel terremoto che colpì l'Abruzzo nel 2009. Viene estesa al 2019 la percentuale di partecipazione alla riduzione del Fondo di solidarietà comunale per i Comuni interessati al sisma dell'Emilia del 2012 e di quello dell'Aquila del 2009.
In attesa del voto finale la conferenza dei capigruppo al Senato ha modificato il calendario per accelerare i tempi del decreto.
Il presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati ha annunciato che la discussione sul Milleproroghe in assemblea inizierà mercoledì e proseguirà sino al termine della discussione generale. Gli emendamenti dovranno essere presentati entro mercoledì alle 10.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.