Minacce a Vespa Dopo le polemiche gli tagliano le viti

Nel giorno delle polemiche roventi per «cacciarlo» dalla Rai, ignoti assaltano i vigneti di Bruno Vespa. E lui punta il dito contro la criminalità organizzata pugliese. Ci sono tutti gli ingredienti del giallo nell'atto intimidatorio di cui il giornalista è stato vittima nella notte tra venerdì e sabato, quando ignoti si sono introdotti nel suo vigneto alla periferia di Lizzano, nel Tarantino, distruggendo decine di filari di uva. Nessun collegamento, però, con la marea di critiche piovute addosso al conduttore di «Porta a Porta» all'indomani della puntata dedicata al terremoto nel Centro Italia ed al tema del sisma generatore di sviluppo, col successivo botta e risposta a distanza tra l'anchorman ed il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico. Così almeno sostiene lo stesso Vespa. Che smentita la matrice catodica-politica, ha tirato in ballo quella mafiosa.

«La Puglia ha spiegato lui ha dato il benvenuto alla mia prima vendemmia nella vigna di Lizzano, acquistata lo scorso anno. Abbiamo tranquillamente vendemmiato il Fiano. Poi ci sono stati tagliati 70 ceppi di Primitivo. Si tratta evidentemente di opera di piccoli mafiosi locali. Ma stiano pur sicuri che non mi lascio intimidire».

GIac

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