Il ministro Piantedosi e le cinque mosse per combattere i trafficanti di uomini

Flussi migratori e nuovi terroristi al centro del G7 Interno

Il ministro Piantedosi e le cinque mosse per combattere i trafficanti di uomini
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Cinque «pilastri» di un grande piano di lotta contro il traffico di uomini. Il G7 Interno ieri ha partorito una strategia per affrontare una delle più drammatiche piaghe della contemporaneità. Lo ha annunciato il «padrone di casa», Matteo Piantedosi al termine della riunione cui hanno partecipato, oltre ai colleghi dei Paesi del G7 anche in ministri dell'Interno di Tunisia, Libia e Algeria.

Il traffico di uomini è una piaga di dimensioni colossali, perché sfrutta l'instabilità di molti Paesi e la necessità di fuggire di milioni di persone. Secondo una stima prodotta dall'Alto commissario Unhrc per i rifugiati Filippo Grandi, nel mondo ci sono 120 milioni di persone che hanno bisogno di protezione. Persone che - spiega - fuggono da guerre, persecuzioni, violenze di ogni tipo, naturalmente in flussi sempre più complessi che sono dovuti anche ad altri fattori, come quelli climatici ed economici.

Il primo dei «cinque pilastri», spiega Piantedosi, prevede prima di tutto il «rafforzamento delle capacità investigative e operative delle forze di Polizia». Non solo intensificando le azioni congiunte con i Paesi di origine dei migranti ma anche con la creazione di un'unità operativa apposita Il secondo pilastro è rappresentato dal rafforzamento della cooperazione internazionale. «Sia quella giudiziaria che quella di Polizia»,spiega il responsabile del Viminale. Ma non solo. La cooperazione deve portare soprattutto allo sviluppo economico e sociale, fattori che da soli possono essere un ottimo deterrente contro la piaga del traffico di uomini.

Il terzo pilastro riguarda principalmente il ruolo che devono assumere le organizzazioni internazionali. E con loro, aggiunge Piantedosi, deve essere previsto anche il potenziamento dei centri multifunzionali che offrono lungo le principali rotte migratorie informazione e di assistenza ai migranti». «In quarto luogo - conferma il ministro - c'è lo sviluppo e la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione anche in collaborazione con le organizzazioni internazionali. Per ultimo, c'è l'implementazione della conoscenza e del monitoraggio dei flussi in modo da anticipare le tendenze dei flussi migratori stessi».

Sul fronte terrorismo, vista l'escalation dell'attuale crisi mediorientale e il suo impatto sulle nostre comunità, il ministro Piantedosi ha precisato che verrà alzato al massimo grado il livello di sicurezza. Nel corso dell'ultima sessione del summit è intervenuto in videoconferenza anche il ministro ucraino Ihor Klymenko.

«Gli abbiamo ribadito il nostro impegno nel supportare le ragioni dell'Ucraina - conclude Piantedosi -. A tal scopo verrà intensificato lo scambio di informazioni su potenziali terroristi che si infiltrano nei flussi di migranti irregolari sia per monitorare il contrabbando di armi».

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