Il ministro del Sud Lezzi chiude la porta al Tap: "Inutile e dannoso"

La titolare del dicastero per il Mezzogiorno ribadisce l'avversità grillina al gasdotto. Mentre sull'Ilva è più possibilista: "Una questione complessa"

Il ministro del Sud Lezzi chiude la porta al Tap: "Inutile e dannoso"

Niente Tap siamo grillini. Il neo ministro per il Sud Barbara Lezzi lo dice chiaro e tondo. E per farlo sceglie quella che le cronache politiche hanno ribattezzato la "terza Camera": il salotto di Porta a Porta.

Intervistata da Bruno Vespa, la titolare del dicastero per il Mezzogiorno ha annunciato il programma del governo lega-stellato per le Regioni meridionali. Ribadendo la contrarietà del MoVimento al gasdotto che dovrebbe permettere l'afflusso di gas dall'Azerbaigian fino alla nostra penisola (in particolare la Puglia, ndr).

"Abbiamo fatto una battaglia molto rigorosa contro questa opera - ribadisce la Lezzi - Dovrebbe sorgere in una zona ad alta vocazione turistica che, quando arriverà la Tap, perderà". Il ministro si è scagliato contro una "cabina di depressurizzazione che occuperà 12 ettari", definita "imponente e "opera inutile che può anche essere dannosa e soprattutto un'opera già vecchia".

L'alternativa è quella tanto cara alle politiche ambientale di Beppe Grillo: l'energia rinnovabile. "Con l'Europa abbiamo siglato diversi accordi che ci porteranno a consumare il 45% di gas in meno rispetto a quello consumato nel 2005. Ci siamo dati obiettivi - argomenta il ministro - per passare da fonti fossili a fonti rinnovabili e tra pochissimo tempo sarà più economica l'energia rinnovabile rispetto alle fonti fossili. Oltre la metà dei gasdotti in Europa non viene fatto funzionare perché non serve. Allora perché investire soldi in questa opera?"

Incalzata anche sulla delicata vicenda dell'Ilva di Taranto, l'esponente grillina del governo si è mostrata più cauta, limitandosi a dire che "si tratta di una questione complessa" e mantenendosi più sul vago.

Del resto non è un mistero che quello delle infrastrutture sia uno dei nodi più difficili da risolvere per gli equilibri fra la componente di centrodestra della maggioranza insediatasi a Palazzo Chigi e il MoVimento, tradizionalmente avverso alla costruzione di grandi opere.

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