Il mistero senza fine di Emanuela Orlandi: c'è un fascicolo all'archivio di Stato ma è vuoto

Il documento sparito risale al 2017 e arrivava dal Viminale

Il mistero senza fine di Emanuela Orlandi: c'è un fascicolo all'archivio di Stato ma è vuoto
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Caso Orlandi, sparito il fascicolo all'archivio centrale di Stato. L'ennesimo giallo per uno dei misteri d'Italia aperto nel 1983, quando la figlia di un commesso vaticano svanisce nel nulla. Come i documenti, atti d'indagine svolti da polizia e magistratura italiana dal giorno della scomparsa della 15enne. Il faldone, proveniente dal ministero dell'Interno e depositato all'archivio di Stato nel 2017, è vuoto. A darne notizia il presidente della commissione d'inchiesta sulle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il senatore Andrea De Priamo.

È Gian Paolo Pellizzari, giornalista e consulente della commissione, a scoprire per primo la cartellina vuota. «Mi ha avvisato - spiega il senatore De Priamo -, sono intervenuto personalmente e ho preso atto che nell'archivio centrale dello Stato è stata riversata documentazione attinente al caso Orlandi ma questo fascicolo si presenta vuoto. Riuniremo l'Ufficio di presidenza della Commissione per valutare i passi opportuni per ritrovare questa documentazione e verificare i contenuti». A spiegare l'iter dell'incartamento è Simona Greco, responsabile della Sala raccolte speciali. I documenti erano stati inviati dal Viminale 8 anni fa in seguito alla direttiva Renzi sulla desecretazione delle stragi e facevano parte della documentazione della Direzione centrale della polizia di prevenzione, materiale ritrovato nel '96, nell'ambito delle ricerche sulla strage di piazza della Loggia, nel deposito ministeriale sulla circonvallazione Appia. Nel faldone erano stati riversati documenti top secret della Divisione Affari riservati e dell'Ucigos. Restano solo quattro fogli, una copertina del ministero dell'Interno-Ucigos dal nome «Scomparsa di Emanuela Orlandi». A questa sono allegati tre fogli con l'indicazione degli atti contenuti originariamente. Insomma, Pellizzari non ha trovato altro.

Un mistero lungo 42 anni, da quando la ragazzina esce di casa per andare alla scuola di musica in piazza Apollinare, in pieno Campo Marzio. Depistaggi e piste fasulle: il corpo della 15enne, come quello della Gregori, non è stato mai trovato. Fra le ipotesi, rapita dai «lupi grigi» per ricattare la Santa Sede e liberare l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II, Alì Agca. Non solo. Tenuta in ostaggio dalla Cia, sottratta dal Kgb e dalla Stasi con l'appoggio di terroristi bulgari. Prelevata davanti la basilica dove, 8 anni dopo, verrà sepolto Enrico De' Pedis, il boss della Magliana ammazzato nel 90. «Renatino» l'avrebbe caricata su una Bmw intestata al faccendiere Flavio Carboni.

Fatta sparire dalla stessa banda della Magliana, dopo esser passata nelle mani di monsignor Marcinkus, presidente dello Ior, in una betoniera di Torvaianica assieme al figlio di un pentito di mafia. Viva e vegeta in una villa in Svizzera, dove vivrebbe sedata, passando poi per la pista londinese.

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