Processo al modello Milano. Sono arrivate a dieci le inchieste della Procura su presunti abusi edilizi nella costruzione di nuovi palazzi. A partire dal 2023 e negli ultimi mesi sono spuntate una dopo l'altra, in alcuni casi le indagini sono in corso, in altri sono già chiuse. Ma sotto la lente dei pm ci sarebbero molti più progetti, ben più di quelli fin qui emersi. Sarebbero decine: un vero terremoto. Gli indagati, per reati che vanno dall'abuso edilizio all'abuso d'ufficio al falso, sono costruttori, progettisti e funzionari del Comune.
Il dossier è sul tavolo del Dipartimento tutela della salute, ambiente e lavoro, guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e affidato ai pm Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici che hanno incaricato delle indagini la Guardia di finanza. Molto spesso tutto è nato da esposti di cittadini scontenti di vedersi spuntare un grattacielo dietro casa. Gli effetti dell'ondata di fascicoli sono diversi. Circa 150 pratiche già arrivate in Comune per chiedere l'autorizzazione a interventi edilizi sono ferme al palo in attesa che la questione venga districata. L'edilizia tutta si è bloccata: le nuove richieste per costruire nel 2024 si sono dimezzate e a Palazzo Marino gli incassi da oneri di urbanizzazione sono crollati. Per quella che il sindaco Beppe Sala chiama «paura della firma» e per gli avvisi di garanzia arrivati ai colleghi ben 140 impiegati del settore Urbanistica hanno chiesto di essere trasferiti ad altri uffici. Non ultimo, le iniziative degli inquirenti hanno aperto una frattura profonda, e inedita almeno nell'ultimo decennio, tra Procura e Amministrazione.
Nella sostanza le contestazioni, che sono quasi fotocopia l'una dell'altra, sostengono l'illegittimità dei permessi a costruire, sottoscritti dagli uffici comunali, in alcuni casi commettendo falso, e ottenuti dai costruttori con autodichiarazioni (Scia o Cila) che sono previste per semplici ristrutturazioni o lavori a basso impatto ma al contrario sono state usate per costruzioni ex novo e torri. Gli atti elencano presunte violazioni delle regole su altezza e volumetria dei palazzi che sorgono nei cortili. Soprattutto la mancanza dei piani attuativi, che sono obbligatori quando si progettano nuovi edifici con «carichi urbani» importanti al fine di pianificare dal punto di vista urbanistico i servizi (posti auto, asili, verde pubblico...) da fornire ai residenti del quartiere.
Ecco i casi fin qui noti, in ordine cronologico di apertura, e a che punto sono i procedimenti. Hidden Garden in piazza Aspromonte, zona Città Studi: gli indagati sono 12, ci sono anche funzionari dello Sportello unico per l'edilizia di Palazzo Marino e componenti della Commissione paesaggio. Le indagini sono state chiuse mesi fa, è attesa la richiesta di rinvio a giudizio. La Cassazione intanto ha respinto definitivamente l'istanza di sequestro preventivo dell'edificio avanzata dai pm. Torre Milano di via Stresa, accanto a piazza Carbonari. Le indagini sono chiuse per otto persone, tra cui dirigenti comunali. La Procura ha chiesto per loro il rinvio a giudizio e l'udienza preliminare davanti al gup Teresa De Pascale è fissata per il 26 settembre. Park Towers di Crescenzago, a ridosso del Parco Lambro. I pm anche qui hanno chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio.
Sono invece in fase di indagine le verifiche sugli altri sei cantieri. Si tratta di due progetti per costruire in altrettanti cortili, in via Fauché, non lontano da Sempione, e via Lepontina, alle porte del quartiere Isola. Ancora, l'abbattimento per poi costruire di villette liberty in via Crema, a Porta Romana, e in via Lamarmora, a due passi da Palazzo di giustizia.
Il Bosco Navigli, detto anche Bosco Orizzontale, progettato dall'archistar Stefano Boeri e tirato su - è l'accusa - senza piano attuativo. Le Residenze Lac al Parco delle Cave, zona verde a ovest della metropoli. E il palazzo in costruzione in via Anfiteatro, nel prestigioso quartiere di Brera.
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