La moglie del "Chapo" modella a Milano

Emma Coronel in passerella. Il marito è stato il più grande narcotrafficante sudamericano

La moglie del "Chapo" modella a Milano
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La Milano Fashion Week ha accolto ieri la 35enne Emma Coronel, la moglie di Joaquin Guzmán, più noto come El Chapo. È il coronamento di un'operazione di lancio sul jet set internazionale iniziata nel 2016, quando il Los Angeles Times la intervistò come una celebrità. Non a caso «poco dopo che El Chapo fu dichiarato colpevole (2019), Emma annunciò che avrebbe lanciato il suo marchio di abbigliamento per poi apparire nello show di VH1 (Paramount) Cartel Crew, sorseggiando cocktail su uno yacht con i parenti di altri famigerati gangster», spiega su CrashOutMedia Ioan Grillo, esperto di narcos messicani. I media occidentali hanno seguito a ruota quelli Usa, contribuendo di fatto allo sdoganamento della cosiddetta «cultura narcos» sul piano internazionale.

Emma Coronel è arrivata a Milano con April Black Diamond, una stilista che ha fatto irruzione sulla scena internazionale con forza negli ultimi 12 mesi. Acclamata al Gran Ballo di Monte Carlo, al prestigioso Gala di Cannes 2024 e all'80ª Mostra del Cinema di Venezia, il marchio che ha il nome della stilista, ha sede a Los Angeles, in California, ed è specializzato in abiti da sposa. A Milano ha presentato la sua collezione primavera-estate 2025 proprio con la moglie di El Chapo «protagonista a Palazzo Serbelloni, storico locale dall'architettura neoclassica milanese, dove visse Napoleone», riportavano ieri i media messicani. Dando ovviamente molto spazio a Emma, che a 35 anni ha ripreso come mai avrebbe potuto sperare la sua carriera da modella interrotta a 18 anni per contrarre matrimonio con El Chapo. E lo ha fatto con uno dei marchi di abiti da sposa più celebri della California. «Questa stella nascente sta ridefinendo l'eleganza con uno stile audace, una bellezza senza tempo e una feroce sicurezza», ha scritto su Instagram riferendosi alla moglie del Chapo, che è un influencer con quasi un milione di follower sul social, April Black Diamond, postando una foto di Emma con uno dei suoi modelli nello stile più massimalista, con silhouette a sirena, scollo a cuore e innumerevoli cristalli su tutto il tessuto.

L'allora latitante boss della droga (oggi è in carcere negli Usa condannato all'ergastolo) rimase fulminato da Emma al concorso di bellezza del «festival del caffè e della guayaba» del 2006, nello stato messicano di Durango, confinante con quello di Sinaloa. Oggi la capitale sinaolense, Culiacán, è teatro di una sanguinosa guerra narcos tra «Los Chapitos», i figli di altri matrimoni di El Chapo che sono ancora a piede libero e «Los Mayitos», la fazione della prole che risponde a «El Mayo» Zambada, arrestato un paio di mesi fa in New Mexico in circostanze da chiarire (lo ha catturato l'FBI o è stato tradito da un figlio del Chapo).

Evidentemente, neanche la cinquantina di morti a Sinaloa degli ultimi 14 giorni - del resto il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, Amlo, nega persino ci sia una guerra in corso e, quando la ammette, attribuisce la violenza agli Stati Uniti - hanno frenato il ritorno di Emma come modella, dopo 18 anni di altre attività al servizio di El Chapo, che la sposò l'anno dopo rimanerne «fulminato» anche perché Emma è la figlia di Inés Coronel, arrestato 11 anni fa come «membro del cartello di Sinaloa» e la «sua famiglia aveva un'amicizia storica con Guzmán», stando all'affidavit (dichiarazione giurata) dell'agente speciale dell'Fbi, Eric McGuire.

Nata in California, Emma che è cresciuta a Durango, dopo le nozze del 2007, volò a Lancaster, in California, per dare alla luce le gemelle frutto dell'unione con il boss. La dichiarazione giurata dell'Fbi sostiene che era con lui quando i marines messicani fecero irruzione in un appartamento a Mazatlán, nel 2014, e lo riarrestarono. Da allora Emma entrò nella diretta gestione del cartello di Sinaloa secondo una lettera del Chapo in cui lui le spiega come gestire un fornitore per «aumentare la produzione di droga».

Emma avrebbe anche contribuito a coordinare la seconda fuga di El Chapo dal carcere dell'Altiplano, nel 2015. Per questo fu arrestata a Washington nel 2019. Rischiava 20 anni di carcere ma dal settembre scorso è libera. E adesso sfila a Milano.

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