I destini divisi e la fuga solitaria. È stato un colpo di scena quello che ieri ha improvvisamente rimescolato le carte nella fuga da film di Giacomo Bozzoli, l'uomo condannato definitivamente per aver ucciso lo zio Mario nel 2015. E ha confermato una volta di più la decisione del 39enne di voler sfuggire al carcere a vita. Così, un po' a sorpresa, la compagna Antonella Colossi e il figlio di quasi nove anni sono rientrati a Brescia a bordo di un treno. L'arrivo alla stazione di Chiaro intorno all'ora di pranzo, poi la telefonata ai familiari per informarli del ritorno. Per madre e figlio è stato un lungo viaggio verso casa sin dalla Spagna.
Sono stati in un albergo nella località turistica di Marbella - 80 chilometri dallo Stretto di Gibilterra. Si sono accreditati alla reception come turisti e con loro c'era anche Giacomo Bozzoli. La famiglia unita è rimasta lì fino al giorno della sentenza definitiva della Corte di Cassazione, poi le strade si sono separate. È stato il momento dei baci, degli abbracci, delle lacrime: donna e bambino hanno cambiato albergo rimanendo nella cittadina spagnola almeno fino al 1° luglio (risulta infatti registrato solo il passaporto di lei), l'uomo è invece scomparso di nuovo, ma questa volta da solo. Forse a bordo della stessa Maserati con cui aveva lasciato la casa sul Garda nella notte. Ha deciso così di proseguire la sua fuga - o forse di iniziare quella vera - senza il senso di colpa di aver trascinato i suoi cari in quell'azione folle.
Ma qual è il piano dell'ergastolano latitante? Il Marocco è a un tiro di schioppo e la tentazione di varcare i confini europei potrebbe essere ghiotta, ma il bresciano non è in possesso di un passaporto valido. Potrebbe essersi procurato documenti falsi e in tal caso avrebbe già fatto perdere ogni traccia. Eppure, a seguito del mandato di arresto europeo e degli ultimi sviluppi, il gruppo «ricercati» del Cuerpo Nacional de Policía spagnolo si sta occupando del caso entro i confini iberici.
La compagna Antonella, invece, ieri è stata ascoltata dai carabinieri di Brescia per l'intero pomeriggio. Gli investigatori hanno voluto ricostruire gli ultimi giorni della famiglia - dall'uscita di casa a Soiaio del Lago all'arrivo a Marbella. Il 39enne le ha rivelato i suoi piani? Dove si è diretto? Si sono accordati per mettersi in contatto? Queste le domande rivolte alla donna, che non risulta indagata. «Dopo la sentenza di condanna ho avuto uno choc e ho perso la memoria», dice lei nel corso dell'interrogatorio durato oltre 4 ore e mezza. Agli inquirenti dà risposte confuse, con molti buchi: racconta di aver dormito con il compagno e il figlio a Cannes dopo aver lasciato l'Italia e di aver perso il suo telefono cellulare proprio durante il soggiorno in Costa Azzurra. Poi aggiunge: «Fino alla sera della sentenza io, Giacomo e nostro figlio siamo stati insieme. No so che fine abbia fatto Giacomo. Io e mio figlio siamo tornati in Francia con un passaggio in auto e poi mi sono ritrovata su un treno per Milano».
Resta da capire chi fosse alla guida della Maserati quando la notte del 23 giugno è stata immortalata dalle telecamere: la 41enne sostiene che a bordo vi fossero tutti e tre, ma non è escluso che la famiglia fosse già all'estero e che alla guida ci fossero altri.
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