"Il nostro tempo è stato, tra l'altro e da più parti, definito come tempo post-filosofico, perché sempre meno attento alla giustificazione razionale degli orientamenti e delle scelte, individuali e pubbliche, guidate per lo più dal perseguimento di interessi e fini immediati e poco meditati, dettati spesso dalla ricerca dell'utile e meno da un progetto consapevole e a lunga scadenza". È questa la frase più significativa del discorso tenuto al Meeting di Rimini da Nunzio Galantino, segretario della Cei che sceglie di usare toni più pacati per cercare di spegnere la polemica politica ma con scarsi risultati.
Nel suo intervento Galantino invita a considerare gli "ultimi" non come "scarti" ma piuttosto "persone da sollevare e delle quali condividere la sorte” e sollecita la Chiesa a “rinnovarsi”. "Ancora tanto dobbiamo fare nella via della testimonianza; tanto dobbiamo crescere nel dar vita a dinamiche autenticamente evangeliche e libere, che manifestino in modo sempre più trasparente la carità da cui siamo raggiunti", dice davanti alla platea di CL che lo applaude diversamente da quanto fa Matteo Salvini.
Il leader della Lega Nord non perde occasione per criticare nuovamente il presidente della Cei: “Monsignor Galantino continua a rompere le palle”. E ancora:"Galantino dice che la politica è sempre governata dagli interessi e poi sui giornali si leggono i funerali di un boss celebrati in pompa magna. E' evidente che c'è una parte della chiesa più interessata al denaro e ad altri valori". Per Salvini “i 'Galantinì sono comunisti nascosti sotto la tonaca, ma nemmeno troppo nascosti”.
Maurizio Gasparri chiede, invece, a Galantino di "uscire di scena, perché ha arrecato gravi danni ai rapporti tra la Chiesa e le istituzioni italiane” e il governatore del Veneto Luca Zaia lo invita a fare ‘mea culpa’ dopo la vicenda del funerale di Vittorio Casamonica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.