Morì per un tumore curato con erbe e tisane. Assolto il santone

Sentenza ribaltata in appello per la morte di Roberta Repetto

Morì per un tumore curato con erbe e tisane. Assolto il santone
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Sentenza ribaltata in appello per la morte di Roberta Repetto, Robby (nella foto), la donna di 40 anni uccisa dalle metastasi di un tumore. Il santone a cui si era affidata e il suoi collaboratori l'avevano «curata» con tisane ed erbe al centro olistico Anidra in Liguria. Le avevano suggerito la meditazione, nulla di più.

Paolo Bendinelli, responsabile e guru del centro, è stato assolto, mentre è stata ridotta da 3 anni e 4 mesi a un anno e 4 mesi la condanna per il medico bresciano Paolo Oneda, nel suo staff olistico. Confermata l'assoluzione per la psicologa Paola Dora. La donna, che al centro aveva destinato molti dei suoi risparmi, fu anche sottoposta, senza anestesia, all'asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro. Era un neo sulla schiena, le dava fastidio. Nessuno si è accorto che si trattava di un melanoma maligno, nessuno ha effettuato esami specialistici sul materiale asportato e tanto meno consigliato biopsie. Nei giorni successivi le condizioni della donna sono peggiorate ma dopo l'intervento non fu accompagnata in ospedale ma «curata» con tisane zuccherate e meditazione. Dopo un anno e mezzo, su insistenza della famiglia, la donna fu portata all'ospedale San Martino di Genova, dove i medici riscontrarono metastasi incurabili e dove ogni terapia, cominciata fuori tempo massimo, si rivelò inutile. Roberta morì nell'ottobre del 2020.

La procura generale aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. In primo grado gli imputati erano stati condannati per omicidio colposo al termine del rito abbreviato ed erano stati assolti dall'accusa di violenza sessuale e circonvenzione di incapace.

Non nasconde la sua amarezza la sorella di Roberta, Rita Repetto: «È buona norma accettare e rispettare le sentenze ma credo sia umanamente doloroso per me, in questo momento, poterlo fare. Mia sorella non ha ottenuto la giustizia che merita» ha commentato.

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