Roma. È l'ora di pranzo, i cellulari dei senatori sembrano impazziti. Il messaggio che arriva è spiazzante: «Si è suicidato Bruno Astorre!». Una notizia di quelle che scuote i palazzi della politica. Vuoti come ogni venerdì a quell'ora, intorno alle 13. Ed è proprio dentro uno di quei palazzi che il senatore del Partito democratico si sarebbe tolto la vita lanciandosi dalla finestra del suo ufficio in Senato, a Palazzo Cenci. La sua seconda casa. La procura di Roma ha aperto un fascicolo, si indaga per istigazione al suicidio ma tra i commessi del Palazzo c'è chi giura che poco tempo fa ci aveva già provato. Aveva tentato di farla finita. Invano. Fino a ieri.
Silenzio, dolore. Commozione, come quella sul volto di Nicola Zingaretti, uno dei primi ad arrivare sul posto insieme ad altri colleghi del Pd. È lì che i dem hanno gli uffici parlamentari. È lì che Bruno Astorre dal 2013 trascorrere gran parte del suo tempo, delle sue giornate. Come ieri, l'ultima. Prima di passare dall'ufficio un'intervista in diretta a Officina Stampa Bar, una rubrica curata dalla giornalista Chiara Rai, che lo intervista per più di 20 minuti. Lui risponde, sorride, parla dei temi caldi del giorno senza sottrarsi. Dalle primarie del Pd, all'inchiesta sul Covid. «Sono incredula, non me ne capacito. Poche ore prima eravamo insieme, seduti uno accanto all'altro - ci dice Chiara Rai con la voce rotta dal dispiacere -. Era sereno come sempre, lo conosco da anni. Nessun cenno di debolezza, anzi. Era solo un po' giù per l'influenza, tutto qui. Finita l'intervista mi ha detto vado al lavoro e mi ha salutata».
Camicia azzurra, giacca blu, al cameriere che lo serve durante la diretta chiede un tè semplice. Sono queste le ultime ore di vita di Bruno Astorre. Una vita per la politica. La stessa che si stringe attorno alla sua famiglia per il dolore. Dagli Emirati Arabi il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non fa mancare la sua vicinanza e si dice «profondamente turbata dalla notizia» definendolo «un avversario appassionato e leale». E a nome del governo si stringe al dolore «della moglie e della sua comunità politica». Le note di cordoglio sono tante. Da destra a sinistra. Matteo Salvini si dice «senza parole». Matteo Renzi lo ricorda con un lungo messaggio: «Nei rapporti umani sorridevi e sapevi sorridere. Mi spiace di non aver capito niente prima della tragedia». Rimpianto per non averlo potuto aiutare, lo stesso provato dal dem Goffredo Bettini che sottolinea come se ne sia andato «nel modo più triste, solitario, doloroso e sconcertante». Giuseppe Conte parla di «un uomo la cui storia politica rappresenta quell'inscindibile e importante legame tra istituzioni e territorio». Forza Italia si affida al suo capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, che lo ricorda come «un politico appassionato, con un alto senso delle istituzioni, che ha sempre lottato per le sue idee e la sua gente». Carlo Calenda lo conosceva bene e ammette: «nel nostro rapporto non sono mancati scontri, ma non è mai venuta meno una simpatia reciproca». Sconvolta la segretaria del Pd Elly Schlein «tutta la comunità democratica si stringe attorno alla moglie e ai suoi colleghi».
Ma non solo note, anche a Palazzo Cenci per tutto il pomeriggio è un viavai. In Piazza Sant'Eustachio il silenzio è assordante. Surreale.
Gli occhi dei presenti sono lucidi quando il furgone della polizia mortuaria porta via il corpo senza vita del senatore. In piazza la moglie Francesca Sbardella e gli amici, i compagni di una vita. Ora resta solo il dolore. E le bandiere a mezz'asta del Senato mosse dal vento. Gelido.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.