Non si può perdere altro tempo. La prossima dovrà essere la settimana decisiva per tentare di mettere un freno alle stragi sul lavoro. Un'emergenza nazionale che ha assunto negli ultimi mesi dimensioni drammatiche: dall'inizio dell'anno sono stati 772 gli operai morti, 95 in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Dall'analisi territoriale emerge un aumento di lutti nel Sud (da 165 a 211), nel Nord-Est (da 161 a 167) e al Centro (da 147 a 150); mentre un calo si registra nel Nord-Ovest (da 298 a 194) e nelle Isole (da 52 a 50). Il bilancio complessivo arriverà a dicembre e sarà certamente più tragico rispetto alle cifre dello scorso biennio (1.270 decessi nel 2020 e 1.089 nel 2019).
Una sequenza di sciagure che, ormai da mesi, registra una cadenza quotidiana. E anche la giornata di ieri non ha fatto eccezione: 5 le vittime, 4 delle quali membri della stessa famiglia stroncati dalle esalazione tossiche di una cisterna per la fermentazione del mosto; e un muratore precipitato dal tetto di capannone (indagato per omicidio colposo il titolare della ditta edile). In primo incidente a Cosenza, il secondo nel Milanese: a riprova che, tra nord e sud, le carenze in tema di sicurezza sul lavoro, sono le medesime. Il governo, per bocca del premier Mario Draghi, ha già annunciato un decreto ad hoc con «norme più severe» incentrate su tre punti principali: 1) una «patente a punti» per le imprese che attesti il rispetto delle regole di sicurezza; 2) maggiori controlli da parte degli ispettori del lavoro; 3) sospensione e ritiro della licenza per le aziende inadempienti e recidive. Queste le norme più urgenti (che trovano finalmente concorsi anche i sindacati), poi seguirà un «piano più organico di intervento», così come lo ha definito il presidente del Consiglio.
Ma veniamo alla giornata nera di ieri. A Cosenza le vittime tradite dai fumi della vasca di decantazione del mosto che stavano tentando di ripulire si chiamavano Giacomo e Valerio Scofano, fratelli rispettivamente di 70 e 50 anni, e Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 40 anni. Secondo la ricostruzione, la prima vittima scesa nel locale che ospitava la vasca dove era contenuto il mosto sarebbe stata colpita da un malore e gli altri tre si sarebbero calati a loro volta nella vasca perdendo anche loro la vita. Una dinamica tristemente consueta in tragedie di questo tipo.
Tre delle vittime sono state trovate all'interno della vasca mentre una quarta era posizionata quasi all'esterno del locale forse nel tentativo estremo di uscire. A poca distanza è stata trovata invece una donna (la moglie di una delle vittime) priva di coscienza che è stata soccorsa e trasporta in elisoccorso nell'ospedale di Cosenza.
Un operaio di 40 anni di origini romene è deceduto invece nel Milanese precipitando dal tetto di un capannone: indagato per omicidio colposo il titolare della Serbelloni Costruzioni General Contract, la società edile per cui lavorava la vittima.
Da domani il governo sarà impegnato anche nell'istituire una «banca dati centrale sugli infortuni»: all'indice le aziende che compiono
violazioni. Intanto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, punta in dito contro «molte Regioni in cui da tempo non si fa più manutenzione, non si investe sugli uffici competenti, non si danno indicazioni sui piani di intervento».
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