Per Putin è «fino alla fine», per Trump «deve finire», e nel mezzo c'è un mondo che non sa se aspettarsi una Guerra Fredda in versione riscaldata o una possibile escalation. Ieri, nel corso di un summit con i suoi generali, Vladimir Putin è tornato a mostrare i muscoli e a minacciare l'Occidente, soffermandosi anche sui successi di campo delle sue armate, che possono contare «su un flusso infinito di volontari». Lo Zar ha accusato gli alleati di Zelensky di spingere la Russia verso le sue linee rosse, situazione che non è più disposto a tollerare. «Nella loro volontà di indebolirci, di infliggerci una sconfitta, gli Usa continuano a pompare il regime illegittimo di Kiev di armi e soldi, inviano mercenari e consulenti militari, incoraggiando l'escalation. Sotto il pretesto di una fantomatica minaccia russa, spaventano il proprio popolo con una nostra possibile aggressione».
Putin ha dichiarato che le forze russe in Ucraina hanno preso il controllo di circa 200 insediamenti nel 2024, dando una svolta decisiva al conflitto. E il ministro della Difesa Belousov ha rincarato la dose, affermando che dall'inizio dell'operazione speciale Kiev ha avuto «quasi un milione tra morti e feriti» e che per il 2025 «vogliamo la vittoria e il controllo delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson».
Sul fronte Usa Trump ha annunciato che parlerà sia a Putin che a Zelensky. «La guerra deve finire. L'Ucraina è stata ridotta in macerie, ci vorrà un secolo per ricostruirla. Basta così». Il presidente eletto ha anche fatto sapere di essere pronto a revocare a Kiev il via libera degli Atacms.
L'Europa intanto combatte la Russia a colpi di sanzioni (misure in arrivo anche dagli Usa contro Pechino e Pyongyang). Il Consiglio per gli Affari Esteri ieri ha approvato il 15° pacchetto (si lavora già al 16°) che include 54 persone e 30 entità responsabili di azioni che minacciano l'Ucraina. Le sanzioni mirano a colpire le petroliere che fanno parte della flotta ombra di Putin e le navi responsabili del trasporto di attrezzature militari e di grano ucraino rubato. Le misure colpiranno pure tycoon cinesi e bielorussi. L'Ungheria ha bloccato l'inclusione del patriarca Kirill nella lista. L'alto rappresentante Ue Kaja Kallas si è soffermat« sulla questione delle truppe europee in Ucraina, sottolineando che «prima serve la pace per mandare i peacekeeper. La Russia non ha cambiato i suoi obiettivi, non possiamo discuterne ora». Peskov dal Cremlino è sulla stessa lunghezza d'onda di Kallas, ma accusa Kiev di non voler condurre negoziati di pace, e ricorda che «la Russia non rifiuta la possibilità di discutere una missione europea di mantenimento della pace. Siamo tra l'altro d'accordo per una tregua a Natale».
Sul sostegno in armi all'Ucraina, domani il segretario generale della Nato Rutte riceverà a Bruxelles Zelensky, nel corso di un vertice informale al quale dovrebbero partecipare anche il presidente francese Macron, il cancelliere tedesco Scholz (che continua a dire no ai Taurus), e i premier di Polonia e Gran Bretagna Tusk e Starmer.
Nel 1.027° giorno di combattimenti, Kiev ha annunciato di aver predisposto un sistema di armi laser montate su droni.
Il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, sta pianificando un summit con Putin all'inizio del 2025: preoccupa la situazione alla centrale di Zaporizhzhia. Sarebbero circa 3.700 le tonnellate di olio combustibile riversate nello Stretto di Kerch dopo il naufragio di domenica delle due petroliere russe.
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