Quel pressing dei grillini per un bis di Mattarella. Scontro Salvini-Pd

I senatori del M5S chiedono di fare pressing per una riconferma dell'attuale presidente, che però non sembra essere disposto a un altro mandato. Sullo sfondo si consuma lo scontro tra Lega e Pd

Quel pressing dei grillini per un bis di Mattarella. Scontro Salvini-Pd

Il Movimento 5 Stelle inizia a scoprire le prime carte in ottica Quirinale. Se fino a poco fa circolava l'intenzione di affidarsi alla candidatura di una figura femminile, adesso sul tavolo delle ipotesi piomba una novità che va in una direzione totalmente opposta: il bis di Sergio Mattarella. Una mossa che di fatto smentisce la posizione di Giuseppe Conte, che pone ancora forte attenzione su una possibile candidata donna. Senza dimenticare che lui stesso si era espresso così sulla carta Mario Draghi: "Nessuno esclude che abbia tutte le carte in regola per essere un buon presidente della Repubblica".

L'ipotesi Mattarella bis

Nonostante Mattarella più volte abbia lasciato intendere di non essere disponibile a un altro mandato, in casa M5S si starebbe lavorando per eleggere nuovamente l'attuale inquilino del Colle. La possibilità è stata risollevata proprio nelle ultime ore. L'assemblea dei senatori 5 Stelle, che si è svolta nel tardo pomeriggio in videoconferenza, ha fatto maturate una linea che vedrebbe d'accordo una grande parte degli eletti.

Stando a quanto appreso dall'Adnkronos, l'assemblea quasi all'unanimità si sarebbe espressa per fare "forte pressing per un bis di Mattarella al Colle". Una larga maggioranza si sarebbe dunque schierata a favore dell'opzione di chiedere un nuovo mandato al capo dello Stato attualmente in carica. Così si vorrebbe pure compattare il fronte giallorosso.

I riflettori sono puntati anche sulla giornata di domani, quando l'assemblea congiunta di deputati e senatori pentastellati potrebbe affrontare di petto il tema del Quirinale: viene riferito che più di qualche parlamentare sarebbe intenzionato a sollevare la questione del metodo da adottare in casa 5S. Intanto una fonte grillina presente al vertice fa sapere che è stato chiesto "che i capigruppo partecipino alla scelta del presidente della Repubblica in ogni fase decisionale" accanto al leader Giuseppe Conte.

L'opzione Draghi

Il Movimento 5 Stelle, così come gli altri partiti di maggioranza, punta sulla continuità del governo. L'auspicio comune è quello di proseguire fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2023. E per farlo sarà indispensabile far restare Mario Draghi a Palazzo Chigi poiché, qualora dovesse approdare al Quirinale, si aprirebbe un grosso problema sulla tenuta dell'esecutivo.

Non a caso in tal senso si è espresso Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, secondo cui Draghi dovrebbe rimanere alla guida del governo: "Non possiamo permetterci una crisi con la pandemia in corso. Sarebbe difficilissimo trovare equilibrio per un nuovo governo e la Lega si sfilerebbe". Ma nelle ultime ore dai vertici del Movimento 5 Stelle chiariscono che non c'è "alcun pregiudizio o veto" su nessuno e tanto meno sul premier. "Diffidiamo chiunque dall'usare il M5S per sbarrare la strada a candidati non graditi ad altri", è la precisazione fatta.

Lo scontro Lega-Pd

Nel frattempo si registra uno scontro dialettico tra la Lega e il Partito democratico, sintomo di come la partita per il Colle stia entrando nel vivo. Matteo Salvini sta continuando a muoversi per provare a riunire tutti i leader dei partiti e organizzare un incontro, per condividere quantomeno un metodo. Ma dal Pd sbarrano subito la strada e mettono le mani avanti. Fonti del Nazareno fanno sapere all'Adnkronos che "finché il centrodestra ha una posizione ufficiale attorno a Silvio Berlusconi, il dibattito resta congelato".

Non è tardata ad arrivare la replica del Carroccio.

Dal partito di via Bellerio tengono a sottolineare che "mentre Letta mette veti e perde tempo, la Lega lavora per fare veloce e perché tutti siano coinvolti, nessuno escluso, per una scelta così importante per tutti gli Italiani". Non è di certo una novità: il Partito democratico ha già minacciato la caduta del governo se Berlusconi dovesse essere eletto al Quirinale, agitando anche lo spettro di elezioni anticipate.

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