Sono tutti progressisti col social degli altri. Almeno finché non metti a rischio il loro portafogli. E così mister Meta Mark Zuckerberg (foto), il fondatore di Facebook, cambia tutto e si adegua al vento che tira negli Stati Uniti per non rischiare di perdere miliardi. Basta restrizioni al libero pensiero sui suoi social network, Facebook, Instagram e Threads, basta fact-checkers che mettono al bando le notizie false e in più la promessa di lavorare insieme al presidente eletto Donald Trump e anche accuse all'unione europea e all'amministrazione Biden. Un dietrofront molto più pragmatico che ideologico con cui l'icona liberal si autocensura e si converte al trumpismo per la gioia del suo rivale storico, Elon Musk, che (ovviamente via social) festeggia dileggiandolo quanto basta. E dimostra una volta di più che, per dirla all'americana, che c'è un nuovo sceriffo sui social.
Zuckerberg ha dato l'annuncio con un video messaggio pubblicato sul suo profilo, poche ore dopo aver dato il benvenuto nel consiglio d'amministrazione della sua azienda di nuove figure, tra cui John Elkann. «Il nostro scopo è sempre stato dare voce alle persone sulle nostre piattaforme, è tempo di tornare alle nostre radici sulla libertà di espressione», spiega mister Facebook che, di fatto, fa copia e incolla della politica adottata da Musk su X, l'ex Twitter. Via i fact-checkers indipendenti, quelli che stabilivano se oscurare o meno le notizie false o gli insulti eccessivi pubblicati ed ecco un sistema di «Community Notes», ovvero note degli utenti che avvisano il potenziale rischio di trovarsi di fronte a una bufala. Un cambio di rotta radicale, perché secondo Mr Facebook «l'intenzione del programma era di far sì che questi esperti indipendenti fornissero alle persone maggiori informazioni sulle cose che vedono online, in particolare le bufale virali, in modo che potessero giudicare da soli cosa vedevano e leggevano», ma il progetto è fallito: «Non è così che sono andate le cose, soprattutto negli Stati Uniti. Gli esperti, come tutti gli altri, hanno i loro pregiudizi e le loro prospettive», ammette, dovendo poi ingoiare il più scomodo, per lui, dei rospi ammettendo che c'è chi è stato più bravo di lui: «Abbiamo visto che X funziona, dando potere alla loro community di decidere quando i post sono potenzialmente fuorvianti e necessitano di più contesto, e le persone con una vasta gamma di prospettive decidono che tipo di contesto è utile che altri utenti vedano». Un passo quasi umiliante verso il mai amato rivale Musk. Non solo, via anche le restrizioni su argomenti come immigrazione e gender e censura in genere.
Quindi, libera bufala in libero social? Forse, ma a Zuckerberg poco importa. Oltre a piegarsi al rivale Musk, che via social definisce «cool», fantastica, la svolta di Zuck e lo prende in giro ripostando insulti sparsi dagli utenti, abbassa la testa anche con il nuovo comandante in capo degli Stati Uniti. «Lavoreremo con il Presidente Trump per opporci ai governi stranieri che cercano di aumentare la censura verso le aziende americane», ha detto, alludendo alla Ue ma anche alla gestione Biden.
«Meta ne ha fatta di strada, il ragazzo è impressionante», ha detto Trump che quattro anni fa era stato bandito da Facebook dopo l'assalto a Capitol Hill. Come si cambia. Gli affari sono affari. E il progressismo social, può attendere. Almeno per quattro anni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.