Dalla revisione delle norme sulla custodia cautelare all'ipotesi di uno «scudo penale» per i governatori, all'interno della maggioranza continua la discussione sulla giustizia. L'ultimo fronte, quello sulla carcerazione preventiva, è stato aperto dal Guardasigilli Carlo Nordio mercoledì scorso, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari.
Il ministro della Giustizia, dopo un incontro di governo, alla presenza della premier Giorgia Meloni, aveva aperto a modifiche sulla custodia cautelare, chiedendo la collaborazione delle opposizioni e auspicando un confronto anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'emergenza è il sovraffollamento delle carceri, ma pure la vicenda che ha coinvolto il governatore della Liguria Giovanni Toti ha contribuito ad alimentare il dibattito. Una discussione che sta facendo emergere diverse sensibilità all'interno del centrodestra. Con Fratelli d'Italia intenzionata a mettere dei paletti all'allentamento delle maglie della custodia cautelare. Posizioni simili, invece, per Lega e Forza Italia, favorevoli a un intervento più deciso per limitare i casi in cui si può ricorrere alla carcerazione preventiva. A dare corpo ai distinguo di FdI, stavolta, è il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. «Oggi i detenuti in custodia cautelare sono 15mila su 60mila. Ciò ne dimostra un uso smodato. Il bilanciamento tra principi di non colpevolezza ed esigenze di sicurezza si può fare, ma non è nell'agenda del governo privare la magistratura di importanti strumenti per combattere il crimine», spiega Delmastro in un'intervista a La Repubblica. Insomma, Meloni è disponibile ad aprire una discussione interna alla maggioranza e al governo sul tema, pur senza varare provvedimenti che abbiano il sapore di un indulto. Che vuol dire no allo stop alla carcerazione preventiva per i colletti bianchi accusati di reati di corruzione e dubbi sull'inserimento degli spacciatori tra i potenziali «beneficiari» di una norma che riveda la custodia cautelare. Inoltre, a differenza di Forza Italia, Fratelli d'Italia è contraria anche a escludere l'ipotesi di reiterazione del reato tra le motivazioni per ricorrere all'arresto preventivo. Sfumature diverse, che dovranno trovare una sintesi a settembre, quando l'esecutivo aprirà comunque il dossier sulla revisione della custodia cautelare.
Nel frattempo gli azzurri continuano la loro estate di visite alle carceri italiane. Ieri è stata la volta anche di Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera, segretario regionale di Forza Italia in Sardegna, che ha visitato il carcere di Sassari. Porta proprio la firma di Pittalis un disegno di legge di fine 2022 che, attraverso una modifica alla legge Severino, prevede uno «scudo penale» per i presidenti di Regione. Un tema tornato di attualità negli scorsi giorni, dopo che il leader della Lega Matteo Salvini ha lanciato la stessa idea, sulla scorta dell'inchiesta su Toti.
Ma anche su questo punto è arrivata la frenata da parte di Fratelli d'Italia. «Non è la soluzione», ha detto martedì scorso il vicecapogruppo di FdI al Senato Raffaele Speranzon. Ma a settembre il primo dossier da aprire sarà quello sulla custodia cautelare.
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