Quattro anni fa Elon Musk ripudiò Facebook sostenendo che la piattaforma di Zuckerberg rendesse le persone più tristi. «Sui social la gente finge di avere una vita migliore di quella che ha. Farò in modo, nel tempo, che tutto questo possa cambiare, andando incontro alle loro esigenze quotidiane».
Chissà se nella sua mente ci fosse già l'embrione del progetto «Tesla Bot», il robot umanoide pensato per semplificare le attività più noiose e faticose della vita di tutti i giorni. Giovedì il Ceo di SpaceX, che negli anni ha tirato fuori dal cilindro tecnologie digitali, razzi spaziali e auto elettriche, si è presentato sul palco dell'AI Day di Palo Alto (California), accompagnato da un robot alto circa 175 cm dal peso poco sopra i 60 kg, ma soprattutto amichevole nel comportamento. La sua applicazione dovrebbe essere principalmente svolgere commissioni, seguendo piccoli percorsi e appuntamenti prestabiliti. Di fatto, e salvo imprevisti, la casa californiana intende presentare un prototipo funzionante entro il 2022.
Il robot sul palco, che si è esibito in un balletto davanti a Musk, era in realtà una persona in carne e ossa. Dentro alla tuta era ovviamente presente un essere umano, ma l'imprenditore sudafricano ha promesso che presto il Tesla Bot sarà realtà. «La Tesla - ha affermato - è una delle più grandi aziende di robotica al mondo. Se ci pensate le nostre auto sono al 70% robot su ruote. Con l'intelligenza artificiale e l'evoluzione delle reti neurali ci è sembrato sensato mettere queste tecnologie su un robot umanoide. È un animale meccanico dal quale potrete scappare correndo».
Musk ha inoltre rivelato alcuni dati tecnici: il suo umanoide si potrà muovere a una velocità massima di 8 km/h. Potrà trasportare pesi fino a 20 kg, sollevare da fermo 68 kg e porgere a braccia estese oggetti fino a 4,5 kg. Per fare questo, sottopelle avrà 40 attuatori elettromeccanici: 12 per braccia, gambe e mani, 2 per il collo e altrettanti per il busto. Verrà allestito con dei sensori di pressione e sarà costruito con materiali ultraleggeri ma resistenti. La testa integrerà uno schermo che riporterà informazioni utili. Per gestire i movimenti utilizzerà una sorta di pilota automatico che raccoglierà immagini da una serie di videocamere integrate nella testa che comunicheranno con un terminale installato nel petto.
Per certi versi l'ultima creatura di Musk sembra quasi volerci trascinare sul set di Robocop, il tecno-poliziotto prodotto da una multinazionale per difendere Detroit dalla criminalità dilagante. I robot però non suscitano soltanto affetto o fascino. Quando sono troppo evoluti, o troppo simili all'uomo, generano anche paura. È il caso per esempio delle macchine create da Boston Dynamics o di androidi come Sophia (creata in 12 esemplari dalla Hanson Robotics, azienda di Hong Kong, nel 2017), che innescano in molti esseri umani un sentimento di repulsione tale che gli esperti del settore hanno coniato il termine «uncanny valley», la zona perturbante.
Affinché i robot vengano accettati, devono essere utili, ed è proprio qui che si colloca l'idea dell'imprenditore di Pretoria, che fa leva sul fatto che alle persone piacerebbe avere un vero e proprio robot-maggiordomo, piuttosto che un assistente virtuale. «Noi siamo abituati a rivolgerci a qualcuno o a qualcosa - sottolinea Musk - i robot devono portare soluzioni a problemi reali. L'utilità è la chiave e Tesla Bot sarà di sicuro competitivo».
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