
Se progressisti e sinistra di tutta Europa commentano la condanna e l'ineleggibilità di Marine Le Pen con frasi del tipo «la legge è uguale per tutti», l'internazionale sovranista si scatena a supporto della leader del Rassemblement National. Dagli Stati Uniti all'Italia, passando per Regno Unito e Russia, è un coro di critiche per i magistrati e di sostegno alla Le Pen.
A casa nostra, il primo a prendere posizione e a farlo in maniera forte è l'alleato di sempre di Marine Le Pen, Matteo Salvini. «Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali. A Parigi hanno condannato Marine Le Pen e vorrebbero escluderla dalla vita politica. Un brutto film che stiamo vedendo anche in altri Paesi come la Romania. Quella contro di lei è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di Von der Leyen e Macron sono spaventose. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia!», ha scritto via social il segretario della Lega per poi lanciare l'hashtag «#JeSoutiensMarine», io sostengo Marine, definendo quanto pè accaduto «una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles». Se la premnier Giorgia Meloni ha scelto di non prendere posizione ufficialmente, è l'europarlamentare e co-presidente dei conservatori al Parlamento europeo Nicola Procaccini a parlare per Fratelli d'Italia. «Esprimo stupore e preoccupazione per un'altra terribile sconfitta dello stato di diritto in una nazione cardine della Ue come la Francia. Il verdetto della giustizia transalpina di fatto estromette Marine Le Pen dalla competizione per le elezioni presidenziali francesi che si svolgeranno nel 2027, malgrado (o forse proprio per questo) fosse favorita nei sondaggi».
All'estero, il solito Elon Musk è intervenuto in maniera dura parlando di «abuso del sistema giudiziario». «Quando la sinistra radicale non riesce a vincere con un voto democratico, abusa del sistema giudiziario per imprigionare i suoi oppositori. Questo è il loro modus operandi in tutto il mondo», ha scritto sul suo social mister Tesla. Di tute le reazione le più tragicomiche sono senza dubbio quelle che arrivano da Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov arriva a dire che la condanna a Le Pen è la «dimostrazione di come in Europa vengano violate le norme democratiche», che detto da un alto rappresentante russo è quantomeno ridicolo. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, con la stessa tragicomica ironia, definisce la condanna «agonia della democrazia liberale» della quale, forse, ha sentito parlare ma certo non in Russia.
A prendere una posizione netta sono i leader della destra europea. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, lancia provocatoriamente l'hashtag «Je suis Marine!» scrive su X il primo ministro, mutuando lo slogan «Je suis Charlie» utilizzato dopo l'attentato terroristico di Parigi. Il leader della destra olandese Geert Wilders, sempre viam social, attacca: «Sono scioccato dall'incredibile verdetto contro Marine Le Pen. La sostengo e credo in lei al 100% e confido che vincerà l'appello e diventerà Presidente della Francia».
Nigel Farage, leader di Reform Uk, afferma che «ho lavorato per oltre 20 anni nel Parlamento europeo e ho osservato il modo in cui venivano utilizzati i soldi pubblici - ha aggiunto - Sembra che le uniche persone che abbiano mai perseguitato siano i partiti euroscettici. Questo vi dice tutto». «Non riusciranno a mettere a tacere la voce del popolo francese», ha scritto invece il leader di Vox, lo spagnolo Santiago Abascal.
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