Se le rate del mutuo a tasso variabile diventano insostenibili a causa dei continui rialzi della Bce, non bisogna perdere le speranze. C'è sempre un modo per «proteggersi» se si è in regola con i pagamenti. L'Associazione bancaria italiana (Abi) ha infatti reso noto un memorandum in cinque punti, dedicato a coloro che si trovano in difficoltà. La principale raccomandazione è quella di rivolgersi, ai primi segnali di possibili difficoltà, alla propria banca per valutare le possibili soluzioni. Le banche, segnala l'associazione guidata da Antonio Patuelli, sono pronte a fornire tutte le informazioni utili per comprendere le diverse opzioni e per valutare preventivamente gli impatti.
In particolare, il titolare di un mutuo a tasso variabile ha a disposizione cinque possibilità. In primo luogo, si può concordare con la propria banca l'allungamento della durata del proprio mutuo. In seconda istanza si può chiedere la revisione di altre condizioni contrattuali.
La terza opzione è una delle più utilizzate: ricorrere alla «portabilità/surroga dei mutui», cioè la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario presso un'altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali. Inoltre c'è la possibilità ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa cosiddetto «Fondo Gasparrini» che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l'acquisto dell'abitazione principale, fino a 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per il periodo della sospensione, in caso di eventi quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro, la riduzione dell'orario di lavoro (cosiddetta cassa integrazione) o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi. Infine si può trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200mila euro e con l'Isee del mutuatario che non deve superare i 35mila euro.
«La situazione sta peggiorando e purtroppo peggiorerà ancora se la Banca centrale europea confermerà altri aumenti del costo del denaro arrivando al 4,25% a luglio e al 4,5% a settembre», ha commentato il segretario della Fabi, principale sindacato bancario italiano, Lando Maria Sileoni.
«Questa politica monetaria non funziona: servono soluzioni per mettere le banche in condizione di allungare le scadenze senza pesare sui bilanci delle famiglie, credo si possa ragionare su qualche forma di credito d'imposta sugli interessi che si pagheranno in più in caso di spalmatura del mutuo», ha concluso.
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