Giuseppe Conte si è presentato questa sera, mercoledì 20 aprile, davanti alle telecamere di La7 per sottoporsi a una lunga intervista con Lilli Gruber. Non è certo una novità la presenza dell'ex presidente del Consiglio nel salotto di Otto e mezzo e stavolta i temi erano quelli di più stretta attualità che lo coinvolgono direttamente. Al centro dell'intervista, infatti, c'è stato il Russiagate, ossia la presunta interferenza russa nell'elezione di Donald Trump, ma anche la missione dei russi in Italia a marzo 2020, in piena pandemia.
Sono tanti i punti oscuri di quella vicenda, che nelle ultime ore si è ampliata grazie a uno scoop di Repubblica in merito a una cena del 2019 effettuata tra il segretario alla Giustizia americano, William Barr, e il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Gennaro Vecchione, capo dei servizi di intelligence italiani. Era noto un incontro tra i due nella sede del Dis ma non la successiva cena, della quale Giuseppe Conte non ha mai parlato.
"Chiariamo subito che l'Italia ed io non c'entriamo nulla con questa vicenda, che già 3 anni fa èé stata vivisezionata dal Copasir ed è stata chiarita. Barr voleva uno scambio di informazioni, la cosa é secretata, non posso dire quali fossero ma erano informazioni che non riguardavano autorità italiane", ha detto Giuseppe Conte alla Gruber, aggiungendo: "Al secondo incontro c'è stato il reale confronto tra Barr e i servizi segreti, i nostri si sono limitati allo stretto necessario, non gli hanno aperto l'archivio. A quell'incontro c'è stato poi un seguito colloquiale ad un noto ristorante romano, ma questo non mi sembra un clamoroso scoop...".
Il capo del Movimento 5 stelle ha precisato che "Barr, il quale come ministro della Giustizia ha sotto di sé i servizi di intelligence dell'FBI, quando ha trasmesso la lettera ufficiale tramite il nostro ambasciatore a Washington ha messo per iscritto che non metteva in discussione il nostro operato ma che voleva solo uno scambio di informazioni. L'incontro è stato studiato e preparato, non sono stato né disinvolto né disattento".
Posto sulla difensiva, dopo giorni di attacchi e di domande sul suo operato in veste di presidente del Consiglio, Conte a Otto e mezzo ha respinto ogni accusa: "Io posso aver commesso errori come presidente del Consiglio ma se c'è una cosa che ho sempre perseguito in tutte le sedi é l'interesse nazionale. È un'infamità metterlo in discussione". Certo di aver seguito le regole auree del buon pater familias, Conte è poi passato alla difesa sulla missione russa durante la fase acuta del Covid: "Non ha mai travalicato i confini sanitari. Putin disse che erano unità specificamente attrezzate e non sono emersi elementi di spionaggio. Ho comunque predisposto tutti i nostri comparti perché seguissero la delegazione russa, perché la confinassero e prendessero le giuste precauzioni. Altrimenti avremmo dovuto respingerli".
In difesa del suo operato, Giuseppe Conte ha citato la tragedia di Bergamo, la zona che in quei giorni era maggiormente colpita dalla pandemia: "Le autorità sanitarie di Bergamo mi dissero che la delegazione era stata confinata all'ospedale da campo ma mi dissero che era stata molto utile, nel luogo dove in quel momento c'erano le bare, dove stava accadendo una tragedia...".
Da più parti sono state mosse accuse di eccessiva morbidezza da parte del Movimento 5 stelle nei confronti dell'invasione russa in Ucraina, forse per mantenere saldi i rapporti con Vladimir Putin. Ha contribuito anche la reticenza del partito di Conte all'aumento della spesa militare e i malumori suscitati dall'invio di armi in Ucraini. Ma anche su questo punto, Giuseppe Conte ha respinto qualunque illazione: "Dall'inizio della guerra continuo a ripetere la nostra ferma condanna dell'aggressione militare russa e il sostegno economico, militare e umanitario all'Ucraina, anche se quello delle armi é un passaggio più delicato per noi 5 Stelle. Se potessi, poi, direi da domani: embargo totale del gas russo. Ma sarebbe un atteggiamento propagandistico se non c'è una soluzione già pronta.
Ma noi proponiamo che a maggio al Consiglio europeo si accetti un recovery fund energetico, si convincano anche Rutte e Scholz". In conclusione, Conte ha punto il presidente Mario Draghi: "Tutti, anche il presidente Draghi, deve fare uno sforzo per tenere aperto il negoziato con Putin per trovare una soluzione politica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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