Roma. Terapia intensiva, 97 anni molto intensi, la vita di nuovo in bilico ma insomma, racconta la famiglia, «lui è lucido e sta combattendo». Ore di paura per Giorgio Napolitano, finito sotto i ferri venerdì per dei problemi interni addominali e adesso ricoverato in prognosi riservata allo Spallanzani. «Il presidente emerito della Repubblica - si legge nel comunicato diffuso dall'ospedale - è stato sottoposto a un intervento chirurgico dall'equipe del professor Giuseppe Maria Ettorre». Un intervento programmato, non di emergenza. «L'operazione, condotta con una tecnica mini invasiva presso il dipartimento interaziendale San Camillo-Forlanini-Spallanzani, è riuscita. Il paziente è sveglio, il quadro clinico è stazionario».
Primo ex comunista a salire al Quirinale, primo capo dello Stato ad essere rieletto per un secondo mandato. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, figlio dell'avvocato e poeta Giovanni e di Carolina Bobbio, Napolitano ha sempre rappresentato la faccia dialogante e occidentale del Pci. Leader della corrente migliorista, allievo di Amendola, europeista, buoni contatti a Washington al punto di guadagnarsi il titolo di Giorgio l'Amerikano, deputato di lungo corso, presidente della Camera, ministro dell'Interno del governo Prodi, europarlamentare. Poi il Colle. Giorgio Napolitano è stato l'undicesimo e, per poco più di anno, anche il dodicesimo presidente italiano. King George, come lo hanno ribattezzato per il piglio e la personalità con cui ha interpretato la carica, ha regnato dal Palazzo dei Papi per quasi un decennio, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. Ma pure dopo le dimissioni, rassegnate «perché il tempo e la stanchezza mandano segnali che devono essere ascoltati», non si è mai messo del tutto a riposo.
I discorsi, il lavoro negli uffici di Palazzo Giustiniani, le consultazioni con il suo successore Sergio Mattarella. «Un'attività costante», ricordano i suoi collaboratori, nonostante una serie di guai di salute. Quattro anni fa, il 24 aprile del 2018, venne operato d'urgenza al San Camillo per una dissecazione parziale dell'aorta, rimettendosi però in piedi nel giro di una settimana. Una guarigione lampo. La famiglia spera che possa superare anche questa. «L'età è sempre un motivo di preoccupazione - dicono - come alcune malattie pregresse. Però è cosciente, vigile e non il tipo che si arrenda».
E un filo di prudente ottimismo trapela dalle parole del chirurgo. «Il presidente sta bene ed è sveglio. Ha superato l'intervento all'addome - spiega il professor Ettorre - ma ovviamente ora è ricoverato in terapia intensiva in prognosi riservata. Le sue condizioni sono compatibili con quelle di un paziente della sua età». Previsioni? «No, non posso proprio dire di più, dobbiamo aspettare». Il polo Spallanzani-San Camillo e considerato una delle eccellenze italiane nella chirurgia mini invasiva eseguita con metodologia robotica e laparoscopica.
Non è stato reso noto per motivi di riservatezza quale sia il motivo che ha costretto l'ex capo dello Stato a sottoporsi all'operazione, si sa solo che era «programmata». Si attendono nuovi bollettini nelle prossime ore per capire quale sia il suo stato di salute.
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