Nasce ReteDem, il "nuovo Ulivo" del Pd

Mentre Renzi è impegnato a far da figurante a Bruxelles ai vertici sulla Grecia, il Pd briga per sbarazzarsi del segretario

Nasce ReteDem, il "nuovo Ulivo" del Pd

Mentre Renzi è impegnato a far da figurante a Bruxelles ai vertici sulla Grecia, il Pd briga per sbarazzarsi del segretario. Da quando il premier è a palazzo Chigi, i dem non sono mai andati allo scontro frontale. Hanno sempre provato a lanciare segnali di fumo che sottolineassero l'insofferenza di una parte del partito. Ma adesso ci si organizza per cercare di accerchiare il premier cn correnti interne al partito che possano mettere in discussione la leadership di Matteo.

Segnata dallo spirito 'ulivista' e "rispondere ai bisogni del Paese": nasce con questi presupposti Retedem, l'area di parlamentari, amministratori locali e militanti ex civatiani riunita al Nazareno che andrà ad arricchire il panorama della minoranze Dem cercando di frenare l'emorragia subita dalla sinistra Pd in queste settimane. Fuori dal Pd intanto ci sono altri movimenti tellurici che non rasserenano il premier. Nichi Vendola lancia una nuovo soggetto politico che vada oltre Sel. Mentre Pippo Civati aufficializza una campagna referendaria che suona un pò come una sfida al referendum sulle riforme annunciato da Renzi per il 2016.

"Questa settimana saranno presentati in Corte di Cassazione i quesiti promossi da 'Possibile' su legge elettorale, scuola, Jobs act, Sblocca Italia", annuncia l'ex deputato Pd ponendo al 30 settembre la deadline per le 500 mila firme necessarie e puntando al referendum nella primavera del 2016, ovvero poco prima del quesito sulle riforme annunciato da Renzi. "Non l'ennesima corrente ma un'area che si candida a interpretare il Pd nel suo originario spirito ulivista", spiega Sandra Zampa, parlando di "ultima chance" data ai Dem di Renzi dalla truppa di ex civatiani.

"Noi siamo disponibili a restare e lavorare per il partito", sottolinea la vicepresidente auspicando una "rete" tra le minoranze interne e avvertendo il vicesegretario Lorenzo Guerini: un Pd "senza la sua seconda anima, cioè la sinistra del centrosinistra, perde".

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