"Tre navi in acque italiane, su una c'è rivolta". Ma Piantedosi non arretra

Resta ferma la decisione del ministro dell'Interno: l'Italia non negherà gli aiuti a chi ha davvero bisogno ma, conclusi i soccorsi, la nave ong e chi non si trova in stato di emergenza dovranno tornare in acque internazionali

"Tre navi in acque italiane, su una c'è rivolta". Ma Piantedosi non arretra

Prosegue il braccio di ferro fra il governo italiano e le navi Ong in attesa di un porto. Resta ferma la decisione del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di rispettare i confini del nostro Paese, tuttavia, come sottolineato anche dal vicepremier Matteo Salvini, l'Italia non si sottrarrà al soccorso delle persone più fragili o bisognose di aiuto.

Ecco perché, come annunciato dal titolare del Viminale al termine del consiglio dei ministri di stasera, alla nave Humanity1, battente bandiera tedesca, sarà concesso sostare nelle acque territoriali italiane almeno fino al termine delle operazioni di soccorso.

"Abbiamo adottato un decreto interministeriale ai sensi dell'articolo 1 comma 2 del decreto legge 130 del 2020 con cui abbiamo imposto alla nave Humanity1, quando arriverà, di fermarsi in rada. Potrà permanere nelle nostre acque territoriali solo per il tempo necessario per consentirci di vedere se a bordo ci siano eventuali emergenze di carattere sanitario o di altro tipo", ha dichiarato ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nel corso della conferenza stampa. "È il primo provvedimento con il quale formalizziamo una presa di posizione nei confronti della prima nave delle ong che è entrata in acque territoriali italiane dirigendosi verso Catania. E lo ha fatto senza ottemperare alle richieste di fornirci l'identificazione delle persone a bordo, dove erano state salvate e quali erano le oggettive condizioni", ha aggiunto.

Pur non avendo rispettato le volontà dell'Italia, alla nave non saranno negati aiuti. Ma il tutto resterà limitato nel tempo. Saranno fatti sbarcare minori, donne incinte e malati, ha dichiarato Piantedosi, perché l'Italia ha a cuore le persone e le esigenze umanitarie e sanitarie. Al termine dell'ispezione e dell'eventuale intervento delle autorità nostrane, la nave ong dovrà però tornare in acque internazionali, e con essa tutti i passeggeri che non si trovano in condizioni di emergenza.

"Vedremo che cosa succede, questa è una partita", ha quindi aggiunto il ministro dell'Interno. "Nel frattempo è successo che a Bruxelles ci sono stati dei contatti, c'è stata la Francia che ha fatto una prima apertura molto importante di accettare la possibilità di far sbarcare lì una delle altre navi, la Ocean Viking. È un segnale importante che non ci risolve il problema dei paesi di bandiera ma è una situazione che va seguita ora per ora", ha concluso.

Dello stesso avviso anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed ex titolare del Viminale, Matteo Salvini, che già al tempo del suo mandato aveva tentato di far rispettare i confini del nostro Paese.

"Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le ong straniere. Orgoglioso di aver firmato il provvedimento, insieme ai Ministri Piantedosi e Crosetto. Difendere l'Italia non è un reato bensì un dovere", ha commentato il leader della Lega e vicepremier.

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