Nel Movimento 5 Stelle ormai vi sono molteplici fronti aperti e insidiosi: ogni questione rischia di far implodere il gruppo. Pochi giorni fa i pentastellati si sono completamente spaccati in seguito alla criticata decisione di espellere Gianluigi Paragone per non aver votato la legge di Bilancio e per esseresi astenuto nel voto sulle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte. A suo sostegno è intervenuto Alessandro Di Battista, che ha difeso le scelte e le battaglie del conduttore televisivo. Ma ecco che i grillini si trovano nel mezzo di un'altra crisi.
A scatenarla, questa volta, è proprio lo storico attivista pentastellato, che ha provocato l'ira da parte dei parlamentari vicini a Luigi Di Maio. Questi ultimi, come riporta il Corriere della Sera, si sono sfogati: "Alessandro ha evocato la scissione e di fatto si è messo fuori, segno che punta a far saltare il governo. Vuole far male al Movimento".
"Mi farò sentire ancora"
La linea dettata dal ministro degli Esteri è chiara: bisogna ignorarlo. Ma non sarà affatto facile. Infatti l'ex deputato 5S ha avvertito che continuerà a sostenere il senatore uscente: "Difendo un amico del quale condivido le idee politiche". Non solo: non ha alcuna intenzione di starsene in disparte in Iran, dove resterà per diverse settimane. "Io non abbozzo, anche da fuori continuerò a farmi sentire e acriticare, quando serve", ha avvertito.
È innegabile: il capo politico del Movimento 5 Stelle non si aspettava un rigore così esagerato da parte di chi - si vociferava - sarebbe potuto tornare al suo fianco nelle piazze. I fedelissimi dell'ex vicepremier inoltre hanno voluto ricordare: "Voleva andarci lui (Di Battista, ndr) alla Farnesina. Ora scalpita, morde il freno e spera di tornare in gioco logorando il Movimento e il governo". Le conferme sono arrivate anche da parte di un esponente del governo giallorosso: "Luigi ci è rimasto malissimo. Come si fa a schierarsi con Paragone, che ha definito Di Maio 'il nulla'?".
E pensare che Di Battista sarebbe potuto diventare un facilitatore.
In tutto ciò i parlamentari governativi sono davvero furibondi e temono una sorta di vendetta da parte dell'attivista: c'è chi pensa che avrebbe preso come "uno schiaffo" il fatto di non essere riuscito a evitare l'espulsione dell'amico. Altri invece assicurano che Davide Casaleggio e Beppe Grillo "sono neri". Resta comunque l'ombra di una scissione: "Ma certo. Si chiamerà la Cosa fascioleghista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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