Dietro l'offensiva Unicredit su Banco Bpm si cela probabilmente il timore di perdere il treno del risiko bancario in Italia. Mentre Unicredit si è trovata impantanata in terra tedesca con alte barricate a un'avanzata ulteriore in Commerzbank, nelle ultime settimane si sono create le premesse per un futuro terzo polo bancario sotto il cappello proprio di Banco Bpm e con la benedizione del Tesoro.
L'istituto guidato da Giuseppe Castagna (in foto) nell'ultimo mese si è mosso due volte: prima con l'Opa da 2 miliardi di euro lanciata su Anima al fine di creare il secondo maggiore polo italiano del risparmio gestito; in seconda battuta con il blitz in Banca Mps sfruttando il collocamento di azioni da parte del Tesoro. Piazza Meda ha messo le mani sul 5% del Monte dei Paschi (a cui si aggiunge il 4% in mano a Anima) facendo intendere come l'ingresso in Mps sia in piena coerenza con la strategia del gruppo di rafforzamento delle proprie fabbriche prodotto in quanto Siena è il primo distributore di prodotti di Anima. L'operazione su Mps ha visto coinvolti anche Francesco Gaetano Caltagirone, tornato nel capitale di Rocca Salimbeni con una quota del 3,5% (Caltagirone è anche socio di Anima con il 3,46% e di Banco Bpm con il 2% circa) e la Delfin degli eredi Del Vecchio con un altro 3,5%. In tal modo il Tesoro guidato da Giancarlo Giorgetti ha messo insieme un nocciolo duro di soci italiani volto a rafforzare un player importante nel mercato domestico.
Il terzo polo del credito - con Banco, Banca Mps e Anima sotto lo stesso ombrello - ha un potenziale da 20 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato e in grado di avere una muscolarità non troppo distante da quella dei primi due gruppi bancari del paese, Intesa Sanpaolo e Unicredit Group.
L'attivismo del Banco, in passato più volte accostato a Unicredit come potenziale preda, ha contribuito a una revisione delle priorità in Piazza Gae Aulenti. Scatenando anche una sorta di senso di urgenza che ha portato il ceo AndreaOrccel ad aprire in tempi molto stretti un secondo fronte in Italia. L'operazione Anima, in particolare, è citata espressamente da Unicredit tra le condizioni di efficacia dell'offerta pubblica di scambio. Per il banchiere romano, che ha elogiato le ultime mosse fatte dal collega Castagna, è importante che l'operazione Anima vada avanti in quanto «è centrale nella creazione di valore». Allo stesso tempo, a causa della «passivity rule» imposta su un'entità sottoposta ad offerta, se cambiasse il prezzo offerto salta l'Ops.
Un'incognita da tenere in considerazione è l'approvazione da parte delle autorità del «Danish compromise», un regolamento europeo che consentirebbe a Banco Bpm di ridurre l'assorbimento del capitale per le banche che hanno quote in compagnie di assicurazione o altri istituti finanziari.
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