Nel sistema-scommesse gli azzurri dell'Under 21

Nelle carte foto e chat sul poker dei giovani nel ritiro della nazionale. Nella rete pure il figlio di Pirlo

Nel sistema-scommesse gli azzurri dell'Under 21
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«Soggetto che annovera precedenti penali in violazione della legge sugli stupefacenti e per reati connessi alle manifestazioni sportive»: così viene definito Tommy De Giacomo, alias «Il Professore, nel primo rapporto dei poliziotti dello Sco, che è all'origine della nuova inchiesta sul vizio delle scommesse e dell'azzardo nel calcio italiano. De Giacomo è, per la Procura di Milano che ha chiesto il suo arresto, il dominus della rete ramificata fin nel cuore delle più importanti squadre di serie A e della Nazionale, la rete di siti illegali in grado di inghiottire persino il figlio di una gloria del calcio come Andrea Pirlo: che a diciassette anni aveva 30mila euro di credito dalla banda, tanto da costringere il padre a chiudergli i conti.

A venire irretiti dalla banda sono anche fior di giocatori adulti e vaccinati. Nel gruppo battezzato «Poker senza Zaniolo» creata dal portiere juventino Mattia Perin compaiono - oltre a Nicolò Fagioli della Fiorentina e Sandro Tonali del Newcastle, i due giocatori più pesantemente coinvolti nella gestione - anche Hector Firpo del Leeds, Cristian Bonaiuto della Cremonese, Leo Paredes della Roma e Weston McKennie della Juve. A tirare le fila di tutto c'è sempre De Giacomo, ma dalle chat intercettate si capisce come uno degli strumenti chiave dell'organizzazione sia l'azione di proselitismo svolta dai calciatori già coinvolti. Ancora più rilevante il ruolo dell'arbitro di serie D Pietro Marinoni, che si occupa direttamente anche di riscuotere i crediti («L'unico è che dietro con i soldi è Zanio, porc*», si lamenta con Fagioli). Ieri l'Associazione italiana arbitri ha sospeso Marinoni.

Il demone dell'azzardo non risparmia calciatori appena maggiorenni. Quasi incredibile è la quantità di giocatori della Nazionale under 21 che durante i ritiri del 2022 giocano a poker sul gruppo chiamato Paratura: Stefano Turati, Pietro Pellegri, Sebastiano Esposito, Gianluca Gaetano, Alessandro Plizzari, Caleb Okoli, Roberto Piccoli, Lorenzo Lucca, Raul Bellanova, Samuele Ricci, Nicolò Rovella, Matteo Cancellieri, Manolo Portanova, Marco Carnesecchi. In pratica l'intera Italia dei giovani era permeata dalla passione per l'azzardo.

In un passaggio delle carte dell'inchiesta la gestione delle scommesse illegali sembra incrociare il business dei procuratori. É quello dove compare un altro figlio eccellente, Marco Giordano, primogenito dell'ex bomber della Lazio Bruno Giordano. Giordano junior fa l'agente ma il 10 aprile 2023 viene intercettato mentre parla a Fagioli di qualcosa di brutto accaduto a Roma. «Fagiolì Nicolò - scrivono gli investigatori dello Sco - avrebbe dei problemi con persone che si trovano nella zona di Roma per questioni legate alle scommesse sportive». Marco Giordano tranquillizza Fagioli: «Mio fratello ieri è stato con un nostro amico che è uno molto pesante, parliamo proprio di Romanzo criminale"... dietro a quella situazione ci sta quello che ti è venuto a conoscere e un altro scemo che ha un paio di ristoranti... insomma sono dei coglioncelli, son tutto chiacchiere. Non sono pericolosi, ora questo mio amico che è veramente pesante gli dirà di darsi una grossa calmata». Cosa volevano, i due «coglioncelli», da Fagioli?

Lui, Fagioli,

intanto per raccontare il suo stato d'animo nella bufera che lo ha investito se la cava citando Paulo Coelho: «Io non vivo nè nel mio passato nè nel mio futuro. Possiedo soltanto il presente ed è il presente che mi interessa».

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