Fra l'idea di un ponte sullo stretto di Messina e la sua costruzione ci sono circa 14,6 miliardi di euro da trovare. La cifra è emersa dal Documento di economia e finanza, testo programmatico del governo che stima il costo dell'opera in 13,5 miliardi, a cui poi aggiungere 1,1 miliardi di opere complementari di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e Calabria. Sono cifre superiori alle stime iniziali intorno ai 10 miliardi. Il governo crede nel ponte e, per realizzare il suo progetto, ha di fronte la missione non semplice del reperimento delle risorse. Eppure mai come in questo momento si è stati vicini a realizzare quello che sarebbe il ponte sospeso più lungo del mondo. Un'opera ambiziosa, che era già stata voluta da Silvio Berlusconi per venire poi stoppata nel 2013 dal governo Monti.
Il progetto attuale prevede una lunghezza della campata centrale fra i 3,2 e i 3,3 chilometri, per circa 3,66 chilometri di lunghezza totale. Sarà largo 60,4 metri e avrà sei corsie stradali, più due binari. La capacità dell'infrastruttura dovrebbe permettere il passaggio di 6mila automobili all'ora e di 200 treni al giorno. Saranno 65 i metri di altezza del canale navigabile, che consentirebbe anche il passaggio delle grandi navi. Insomma, un'opera non banale che se realizzata potrebbe costituire un'opportunità di sviluppo economica e un biglietto da visita spendibile per il Paese.
Il Def ha specificato che, al momento, «non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente». Ma in un periodo di grandi investimenti pubblici, ci sono varie opportunità per chi intende realizzare strutture strategiche. Lo stesso Def le indica: ci sono, infatti, i fondi a disposizione di Calabria e Sicilia dei fondi per lo Sviluppo e la Coesione. Quest'ultimi sono i famosi fondi europei che l'Italia fa storicamente fatica a spendere (a proposito, dei fondi di coesione del settennio 2014-2020 ci sono ancora circa 30 miliardi che si rischiano di perdere). Il Mef cita poi coperture pluriennali, da trovare con la legge di bilancio 2024, finanziamenti su mercati nazionali e internazionali e l'accesso alle sovvenzioni del programma Connecting Europe Facility: un programma di finanziamenti europeo che per i trasporti ha una dotazione di 25,8 miliardi per il periodo 2021-2027. Tra le idee sul tavolo anche il coinvolgimento di investitori privati.
Insomma, le risorse si possono trovare e, a ulteriore spinta, è arrivato l'ok da Bruxelles all'inclusione del ponte di Messina tra i progetti della Rete transeuropea di trasporto (Ten-T). A chi ha sottolineato la mancanza di coperture per l'opera, fonti del ministero dei Trasporti hanno specificato che al momento è ovvio che manchino, ma saranno reperite in legge di bilancio poiché il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento di risorse.
Restano comunque ostacoli da superare. Perché se è vero che i fondi si possono trovare, lo è altrettanto che il Paese deve reperire risorse su vari fronti, comprese le pensioni. Nel frattempo, ieri Bankitalia ha comunicato che il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record a febbraio, toccando quota 2.772 miliardi (in crescita di 21,6 miliardi rispetto al mese precedente).
L'aumento è dovuto al fabbisogno (12,9 miliardi) e all'incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 43,3). Vi ha inoltre contribuito l'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi).
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